Politica

Due pesi due misure in Italia la legge non è uguale per tutti

Sebbene le ipotesi di reato fossero ben più pesanti, il pd Tedesco viene salvato (anche grazie ai votoi dell'opposizione). Papa invece è già nel carcere di Poggioreale

Due pesi due misure 
in Italia la legge 
non è uguale per tutti

Roma - In Italia la legge non è uguale per tutti. Se sei del centrodestra sono tutti d'accordo a sbatterti in galera, se sei del centrosinistra invece ti graziano. E' questa la triste verità che emerge dai voti di ieri pomeriggio che hanno spalancato le porte del carcere di Poggioreale per il deputato Pdl Alfonso Papa e hanno salvato il senatore pd Alberto tedesco. Ed è la stessa triste verità che ispira il diverso trattamento concesso a Piergianni Prosperini, l'ex assessore lumbard finito questa mattina ai domiciliari perché accusato di aver ricevuto delle tangenti per favorire un imprenditore in una gara d’appalto per la promozione di eventi in Valtellina, e Filippo Penati, capo della segreteria politica di Bersani indagato perché avrebbe preso mazzette fino a 4 miliardi di lire. Questa è la giustizia all'italiana.

"Ho dimostrato a tutti di essere un uomo, chiedendo di votare per il mio arresto. Ma ora ho il dovere di restare al mio posto, in Senato". A Tedesco non lo sfiora nemmeno l'idea di lasciare la poltrona a Palazzo Madama. Assicura che andrà avanti, puntualizza che aspetterà che la magistratura faccia il suo lavoro e fa sapere che in futuro si batterà per l'abolizione della custodia cautelare. E, mentre il senatore piddì resta in parlamento, Papa ha già passato una notte in carcere. Eppure, come spiega il vicepresidente della Camera Antonio Leone, "a carico di Tedesco sussiste un impianto accusatorio ben più pesante di quello messo insieme per Papa dai pm napoletani". Finito nell'inchiesta che ha sconvolto la sanità in Puglia, l'ex assessore di Vendola è accusato di corruzione, concussione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e falso. Nel mirino dei pm di Bari ci sono i presunti appalti truccati e le nomine dei vertici dell'Asl: dal 2005 al 2009 la sinistra pugliese avrebbe, infatti, imposto i primari e gli imprenditori che avrebbero poi dovuto vincere le gare d’appalto. "La prassi politica dello spoil system - si legge nell'ordinanza del gip Giuseppe de Benedictis - era talmente imperante nella sanità regionale da indurre Vendola, pur di sostenere alla nomina a direttore generale di un suo protetto, addirittura a pretendere il cambiamento della legge per superare, con una nuova legge a usum delphini, gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina della persona da lui fortemente voluta".

Di tutt'altro spessore le accuse rivolte a Papa, finito nell'inchiesta P4 portata avanti dai pm Henry Woodcock e Francesco Curcio della procura partenopea. I reati contestati sono: corruzione, concussione, estorsione e favoreggiamento personale. Secondo il gip di Napoli Papa, Luigi Bisignani, Enrico La Monica e Giuseppe Nuzzo "promuovevano, costituivano e prendevano parte a una associazione per delinquere, organizzata e mantenuta in vita allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e contro l'amministrazione della giustizia". Insomma, per la procura di Napoli Papa avrebbe fatto parte di "un sistema informativo parallelo" al fine di acquisire informazioni sulle indagini e usarle per avanzare "indebite pretese e indebite richieste" sugli indagati.

Per i due politici indagati sono state usate due pesi e due misure diverse. Mentre il Pdl si è dimostrato garantista con entrambi i parlamentari, a Palazzo Madama i numeri ci dicono che tutti i 34 suffragi necessari a negare i domiciliari provengono dalle fila della sinistra. Insomma, l'opposizione ha usato, come al solito, due pesi e due misure. Proprio come viene fatto dalla magistratura. Risulta infatti emblematico le indagini che, in questi giorni, hanno investito la Lombardia. Filippo Penati ieri, Piergianni Prosperini oggi. Il capo della segreteria politica di Bersani ed ex presidente della Provincia di Milano è indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti. L'accusa è di aver preso tangenti per circa 4 miliardi di lire tra il 2001 e il 2002 per la riqualificazione di due ex aree industriali e per i servizi di trasporto dei comuni dell'Alto milanese. Un illecito che Penati avrebbe proseguito fino a dicembre dell'anno scorso. Il decreto di perquisizione firmato dai pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia parla di "gravi indizi di colpevolezza", eppure su Penati non grava alcuna misura di custodia cautelare. Gli arresti domiciliari, invece, sono stati dati per la seconda volta all'ex assessore lombardo Prosperini, accusato di corruzione e false fatturazioni in relazione alle tangenti "incassate" per favorire un imprenditore in una gara d’appalto per la promozione di eventi in Valtellina. 

"Il voto di ieri ha dato la conferma della doppia morale della sinistra che vota contro gli avversari politici e salva i suoi sodali". Con queste parole il viceministro Roberto Castelli ha sintetizzato il film andato in scena ieri in parlamento. "Ora si capisce perché i capigruppo Pd si sono lamentati del voto segreto: temevano giustamente che in tanti disobbedissero agli ordini - fa eco il Pdl Lucio Malan - sempre che non fosse tutta una sceneggiata finalizzata a salvare l’ex assessore alla Sanità". D'altra parte, a questo punto, è solo il leader Idv Antonio Di pietro a chiedere a Tedesco di dimostrare un po' di coerenza e dimettersi.

Il Pd tace.

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