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Due secoli dopo fu solo «Valgrana» Biraghi dynasty, la ricetta del successo

Ma la svolta arriva nel Duemila: addio Grana Padano, nasce Piemontino

Dietro la bella avventura di Valgrana c'è una storia iniziata 200 anni fa, in una cascina di Melegnano - tra Milano e Lodi dove Pietro Biraghi lavorava il latte e produceva formaggio. Due generazioni dopo, la fondazione della prima vera azienda di famiglia: ci pensarono nel 1934 Osvaldo, nipote del fondatore, e il figlio Ferruccio, entrambi con esperienze nel settore. Ancora una tappa ed ecco l'approdo a Scarnafigi (Cuneo) da parte di Franco ossia la quinta generazione di una di quelle dinastie cuneesi determinate e tenaci che hanno reso grandi il cibo e il vino italiano. Valgrana è nata (1991) proprio per l'intraprendenza di Franco Biraghi: dopo anni di impegno nell'industria paterna di Cavallermaggiore, decide di dedicarsi completamente alla conduzione di un caseificio e fonda l'azienda attuale nel piccolo centro del Saluzzese, in cui sono protagonisti anche i figli Alberto e Andrea Biraghi, amministratori delegati.

È una storia di successo: nel 1994 ha inizio l'espansione e viene costruito un caseificio nuovo che vedrà, nel corso degli anni, vari ampliamenti fino ad arrivare alla superfice attuale. Ormai sono circa 100mila mq, destinati a un'ulteriore crescita entro fine anno con la nascita del reparto confezionamento. La svolta fondamentale per Valgrana si è rivelata quella del 2000: l'abbandono della produzione di Grana Padano per passare a un nuovo marchio: Formaggio Piemontino.

«Avevamo voglia di creare qualcosa di nostro, legato strettamente al territorio, visto che ci troviamo nel posto giusto sottolinea Alberto Biraghi - La provincia di Cuneo è conosciuta e apprezzata nel mondo per l'attenzione e la salvaguardia della filiera, oltre a essere considerata l'eccellenza nella produzione alimentare di qualità». 

Sono tre le caratteristiche uniche del Formaggio Piemontino. La prima è che si tratta di un prodotto caseario realizzato con latte esclusivamente piemontese che viene parzialmente decremato e successivamente lavorato con un processo tipico dei formaggi a pasta dura. La seconda caratteristica è che gli ingredienti del prodotto sono esclusivamente latte, sale e caglio senza aggiunta di lisozima e conservanti o sostanze provenienti da Paesi stranieri: territorialità estrema, insomma. La terza peculiarità è la stagionatura: 15 mesi come minimo, il che garantisce un gusto unico e un utilizzo sia come grattuggiato sia come formaggio da tavola. I numeri sono importanti: la capacità produttiva giornaliera è di 1100 forme che pesano circa 33-34 kg l'una, i dipendenti sono 50 e ogni giorno  si ritirano circa 2500- 3000 quintali di latte da caseifici delle provincie di Cuneo e Torino. La qualità dell'azienda e l'amore per il Piemonte si riflette anche nella scelta di produrre ben quattro Dop: Toma Piemontese, Bra tenero, Bra duro e Raschera.

«Il fatturato annuo è intorno ai 40 milioni di euro, grazie alla presenza nella grande distribuzione italiana e in sei Paesi europei conclude l'amministratore delegato di Valgrana Il nuovo obiettivo è conquistare altri mercati ed espandere la conoscenza del marchio in ambito nazionale».

GP

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