Giorn-di-bordo

Due yacht «da guerra» firmati Ceccarelli per Rosetti Superyachts

Il designer: «Ho pensato alle linee pulite di una nave militare togliendo il superfluo»

Antonio Risolo

Rosetti Superyachts ha presentato a Milano due rivoluzionari supply vessel di 35 e 50 metri nel corso di una conferenza stampa. I progetti sono firmati da Giovanni Ceccarelli, designer di fama internazionale con grande esperienza soprattutto nella progettazione di imbarcazioni a vela. Basti pensare ai numerosi progetti nel corso della sua straordinaria carriera, tra i quali l'indimenticabile esperienza in Coppa America come principale designer: nel 2003 con Mascalzone Latino e nel 2007 con +39 Challenge. Ma torniamo alle due novità dalle soluzioni interessanti: sfruttamento del ponte di coperta dedicato al trasporto dei toys e distribuzione degli spazi interni caratterizzati, in primis, dalla cabina armatore posta sul ponte superiore che beneficia di una visione a 180° verso poppa e di una terrazza privata.

La carena, invece, presenta una bassa resistenza idrodinamica ed è stata realizzata con una procedura progettuale analoga a quella che si utilizza per le imbarcazioni a vela da competizione.

Per migliorare il comfort di navigazione si è lavorato alla distribuzione delle masse e ai volumi della carena per mantenere basso il centro di gravità. Logico quindi l'utilizzo dell'alluminio per le sovrastrutture e di materiali compositi per l'ultima copertura.

«I due progetti sono nati dalla volontà di disegnare per un cantiere che conosco e stimo e che appartiene alla mia città e quindi alla mia cultura, nonché per un'amicizia di lunga data con Fulvio Dodich - spiega Giovanni Ceccarelli - Scafo e sovrastruttura sono un tutt'uno, un unicum, come avviene nelle barche a vela. Non ho semplicemente vestito una piattaforma standard; lo scafo si esprime anche nell'opera morta che diventa un elemento di stile in continuità con la sovrastruttura. Ho voluto un design dell'esterno originale caratterizzato dalla pulizia delle linee che lo contraddistinguono, eliminando tutti gli elementi superflui e creando un design senza tempo. Insomma, ho immaginato un blue water yacht per una navigazione in assoluta libertà, sia nei mari caldi sia ai Poli. Per semplificare: ho pensato alle linee pulite e semplici di una nave da guerra...».

«Questi due nuovi concept - dice Fulvio Dodich, presidente, ad e partner di Rosetti Superyachts - si aggiungono ai precedenti presentati e disegnati da altri due architetti con i quali collaboriamo (Tommaso Spadolini e Giovanni Griggio di Phi Design Lab, ndr). L'obiettivo è quello di offrire al cliente un ventaglio di possibilità diverse che possono poi essere ulteriormente personalizzate a seconda delle sue esigenze, nella piena flessibilità costruttiva tipica di Rosetti Superyachts. Senza dimenticare la parola d'ordine: sostenibilità a tutti i livelli».

Poi la chicca della serata: «Quando avrò finito con voi, ho un appuntamento con un armatore. In questa borsa ci sono i disegni di un 70 metri, ma non ve li posso svelare...

».

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