Roma

E il car-sharing in due anni ha già raddoppiato i clienti

«Aho, ’ndo stai?». «Sono sulla Prenestina, all’angolo con viale della Serenissima: sto aspettando il 14». «Che aspetti?». «Il 14, il tram». Risata fragorosa. E poi: «Ma che, usi i mezzi pubblici a Roma?». Quella che sembrerebbe essere una conversazione surreale è quanto in realtà si sente apostrofare un milanese (abituato a usare il mezzo pubblico, e si perdoni la nota campanilistica) da amici capitolini. E lo stupore meneghino è tale da lasciare inebetiti di fronte allo stupore capitolino del fatto di essere degli aficionados dell' Atac. Già, perché cosa c’è di così disdicevole nell’usare il mezzo pubblico a Roma? Certo, la città è grande e spostarsi da una parte all’altra a volte comporta più tempo che salire su un Frecciarossa e arrivare a Milano. Certo, non è tutto rose e fiori. Ma tutto si può anche migliorare. Ad esempio uno si sente lusingato nell’apprendere dalla tabella che la linea 60 (a proposito: «il» 60 o il più meneghino «la» 60? Ai linguisti l’ardua sentenza) effettua sulla «Nomentana 8 fermate». Ma dato che la Nomentana non è certo la milanese via delle Forze Armate (che pur lunga che sia conta «solo» poco più di 400 numeri civici), sarebbe «carino» sapere esattamente quali traverse incrocia. E non sentirsi rispondere dagli sbigottiti (del fatto di usare abitualmente il mezzo pubblico) amici capitolini «’mbe’? Ferma ’ndo je pare" (che poi tanto non è così). O ancora il Big (Biglietto integrato giornaliero) è sicuramente una comodità. Ma lo sarebbe ancora di più se costasse un po’ meno (l’Atm di Milano lo mette in vendita a 3 euro anziché a 4) e avesse validità diversa (magari 24 ore dalla convalida come consentono i «cugini» dell'Atm e non entro le 24 della giornata). Chissà, forse a dire «uso l’auto» si genera minor stupore. Così ecco la soluzione «car sharing». Magari, trattandosi appunto di automobile, hai qualche possibilità di non sentirti canzonato. E qui gli amici della Città Eterna pare debbano arrendersi. Quanto meno di fronte ai numeri. Un trend in crescita quello del «car sharing» a causa del quale l’Agenzia per la mobilità ha dovuto correre ai «ripari» chiedendo al Comune di Roma un’implementazione e l’estensione del servizio in tutta la città, visto che gli attuali 114 veicoli distribuiti su 61 parcheggi suddivisi fra quattro municipi (il I, il II, il III e il XVII) sembrano non riuscire a fronteggiare un incremento che nel solo ultimo quadrimestre del 2009 ha toccato punte ben del 35 per cento, con un raddoppio dei clienti dal 2008 ad oggi. E non è raro trovare, tra i «car sharingisti», la mamma che vive in centro e deve portare i bimbi a scuola o più semplicemente che vuole prendere l’auto solo per andare a fare la spesa. Ma anche (perché no) chi viene di frequente per lavoro a Roma e la sera magari socializzare con altri, dopo cena nella hall dell'albergo e a un certo punto dire «Dai, io ho l'abbonamento al car sharing, noleggiamo un’auto e andiamo a farci un giro Roma by night?», con la prospettiva di transitare liberamente nelle Ztl, parcheggiare senza problemi nelle strisce blu o, ancora, circolare tranquillamente nelle giornate di blocco del traffico. In fondo per 100 euro di deposito cauzionale una tantum e altrettanti di abbonamento annuo al servizio si può pure fare.

E magari il meneghino assiduo frequentatore romano non sentirsi apostrofare «Ma che, usi i mezzi pubblici a Roma?».

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