Politica

E Chiamparino regala case agli zingari abusivi

Un bonus di 750mila euro per abitazioni private destinate a una cinquantina di famiglie che ora vivono in baracche

L’intenzione è nobile ma i soldi sono pubblici. Una cinquantina di famiglie rom che attualmente occupano abusivamente baracche e roulotte sulle rive dei fiumi troveranno case nuove e asciutte grazie a un bonus da 750mila euro messo a disposizione dal ministero della Solidarietà sociale e che il Comune ha intercettato con il progetto «Abitazioni» per inserire famiglie di nomadi in alloggi privati.
Palazzo civico in collaborazione con alcune cooperative sociali e onlus aiuteranno in pratica a far incontrare domanda e offerta. Chi non è in grado di pagare l'affitto o anticipare la caparra potrà contare sul sostegno del Comune. A fondo perduto. I rom abbandoneranno tende e rifugi per traslocare in appartamenti asciutti in città. «Appartamenti privati», ci tiene a precisare però l’assessore ai Nomadi Marco Borgione che vuole mettere subito in chiaro il fine nobile dell’iniziativa: «Non vogliamo fare un regalo ai delinquenti, bensì aiutare chi ha già avviato percorsi di integrazione e non ci riesce per i pregiudizi che si porta addosso».
Almeno su questo il Comune assicura la massima severità. Metteranno alle calcagna dei nomadi plotoni di persone, uffici e controllori per scongiurare il pericolo di fusioni a freddo con le nuove realtà con cui entreranno in contatto. Dicono anche che saranno inflessibili nell’individuare le famiglie che passeranno dalla baracca all’alloggio, famiglie che potranno contare in media su circa 15mila euro a testa (e a fondo perduto) per affitto e opere di mediazioni sociali. Non aiuteranno tutti però. No.
Chi non avrà i requisiti richiesti - lavoro e reddito anche minimo e figli regolarmente a scuola - non potrà accedere al contributo di Stato. Saranno durissimi. «Soltanto chi ha già dato prova di volersi integrare verrà premiato» insiste l’assessore. Il Comune però non tirerà fuori un centesimo: «In tempi non sospetti - aggiunge - avevamo aderito al bando del governo per i nomadi. Questo è stato ritenuto degno di attenzione».
Borgione teme però che il tutto sia confuso con un regalo ai nomadi destinato a togliere case agli italiani: «Non togliamo case popolari agli italiani. Stiamo parlando di privati che affitteranno a privati con il Comune che in pratica farà da mediatore e assicuratore nei casi di morosità». Se i rom sospenderanno anche soltanto per un mese o due il pagamento dell’affitto interverrà il Comune attingendo di volta in volta dal piccolo tesoretto di 750mila euro.
E comunque non occorrerà essere titolari di una fedina penale pulita, requisito al momento non richiesto per rientrare nel progetto. Per sostenere l’iniziativa non basteranno soltanto gli uffici comunali. L’assessore Ilda Curti (Politiche per l’integrazione) ha subito rassicurato: «Si tratta di nuclei conosciuti e già segnalati dall’Ufficio Nomadismo in percorsi positivi di integrazione sociale con riscontri eccellenti».

Ipse dixit.

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