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E in Cina scoppia aquila selvaggia: scioperano i piloti della Eastern

Protesta a sorpresa. La compagnia è una delle più grandi del paese

Aquila selvaggia in Cina. Nel disastro internazionale per il Tibet, sono scoppiate proteste di piloti di una delle maggiori compagnie aeree, per migliori salari e condizioni di lavoro. Il 31 marzo, 21 aerei puntualmente partiti, a metà della rotta sono tornati all'aeroporto di partenza. In precedenza, un'altra ventina di piloti si erano dati malati nello stesso giorno, causando sconvolgimenti negli orari. Si tratta di azioni spontanee di base, al di fuori dei sindacati nazionali ufficiali, se non contro, ma evidentemente coordinate e attuate con grande rischio, proprio mentre l'attenzione mondiale è sulla Cina. Esse sono un'allarmante spia del malcontento sociale, potenzialmente più pericoloso del problema del Tibet: su questo il regime può contare su consenso popolare ispirato a spirito nazionalistico; il disagio sociale smentisce i suoi proclami di «società armoniosa».
Finora, si erano avute ribellioni di contadini per questioni particolari, come eccesso di tasse locali o bassi indennizzi per terreni sottratti all'agricoltura e destinati a industrie. Questa è invece la protesta in un settore strategico, da parte di una fascia di classe media, se non elitaria, come quella dei piloti, formatisi in accademie militari, usi alla disciplina. Tanto più rivelatore, quindi, di malcontento in una società in cui, con le riforme, sono stati inizialmente tutti vincitori, ma in cui da tempo vi sono vincitori e vinti.
Per alcuni giorni, la compagnia ha attribuito a cattive condizioni atmosferiche il ritorno degli aerei alla partenza; poi ha dovuto ammettere che sono stati gli stessi piloti a farlo. La notizia dello «sciopero selvaggio» ha avuto rilievo sul Quotidiano del Popolo, con toni diretti a confinare il problema nella gestione interna della compagnia. I piloti sono stati sospesi, alcuni manager rimossi, ed è stata aperta un'inchiesta governativa.
La compagnia è la Eastern China, quotata a Shanghai, Hong Kong, New York: 80 rotte internazionali, 330 interne, una flotta di oltre 200 aerei, 35 mila dipendenti. I 21 voli erano tutti partiti per varie destinazioni, da Kumming, città sud-occidentale. I piloti lamentano bassi salari e lunghi turni con eccesso di straordinari. La loro azione è stato anche uno schiaffo al sindacato ufficiale, che avrebbe ignorato le loro richieste. Esso è stato negli ultimi tempi molto attivo in imprese straniere, reclamando con clamore rispetto di orari di lavoro e minimo salariale. È inattivo in genere in imprese cinesi. La Eastern, gestita con criteri privatistici, è controllata dallo stato.

Il risalto dato alla vicenda dal Quotidiano del Popolo rivela anche lotte fra potentati economici e politici: la Eastern, infatti, basata a Shanghai, ha respinto nei mesi scorsi l'assalto della compagnia di bandiera, Air China, preferendo alleanze con Singapore Airlines.

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