Cronache

E Juliette, invece di cantare, fa la turista

E Juliette, invece di cantare, fa la turista

(...) (25mila euro al mese) alla villa. L’organizzazione, poi, muove più di cento persone che in qualche modo devono essere pagate. E il pubblico. Anche qui i numeri si fanno consistenti. Fino all’ultimo spettacolo sono arrivati a Sant’Olcese più di novemila persone, anche se il tempaccio di molte sere ha penalizzato non poco gli incassi. «Lo spettacolo del 19 giugno con gli Ska-P ha portato nel parco solo tremila persone, per lo più quelli che avevano acquistato i biglietti in prevendita e che venivano da fuori Genova. Ma se il tempo fosse stato solo più clemente, invece che il diluvio quella sera ci sarebbero stati almeno seimila spettatori. Il bello dell’affluenza, come già negli anni passati, ce l’aspettavamo a luglio, ma non sarà così».
Sì perché, nonostante le assicurazioni degli enti locali che annunciano imminenti le delibere per lo stanziamento di fondi, la gran parte degli spettacoli non ci sarà. «La Provincia, per lo meno - continua Bertolla - è stata chiara fin da subito: per i tagli subiti, noi non possiamo darvi niente». Ma quanto chiedeva il Breakout festival? «Poca cosa, a mio modo di vedere - spiega il direttore artistico - se consideriamo che la nostra manifestazione ha ricevuto premi nazionali e riconoscimenti ed è l’unico evento di tutta la Liguria finito sul sito del Ministero del Turismo per la promozione dell’Italia all’estero. Quanto alle cifre noi avevamo chiesto (e ci era stato garantito) un contributo pari a 150mila euro, di cui 50mila sarebbero andati nell’affitto, versati cioè al comune proprietario della villa e quindi ad un ente pubblico».
E adesso, ora che gli assessori del Comune Andrea Ranieri e della Regione Angelo Berlangeri si dicono a conoscenza del problema e certi che qualcosa alla fine sarà deliberato? «Ormai è troppo tardi. Per bene che vada - conclude Bertolla - riusciremo a “salvare” tre spettacoli: il 17 luglio Gogol Bordello, il 23 The Wailers e il 24 Goran Bregovic».
E il prossimo anno, ci sarà una nuova stagione di Breakout? «Non lo so. Al momento io e i miei amici siamo stanchi e delusi. Ci siamo mossi a gennaio per l’organizzazione dell’evento, abbiamo creduto alle promesse e forse vorremmo crederci ancora, ma come si fa? La nostra scelta vale sia dal punto di vista economico che della professionalità, senza considerare l’entusiasmo che avevamo investito nel promuovere l’immagine della nostra regione.

Chissà se ritroveremo l’energia per provarci ancora».

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