E l'evento ospita una mostra d'eccezione: «Gabriele D'Annunzio e il suo animaliere»

Ricorrono i 150 anni dalla nascita di Gabriele D'Annunzio. E gli organizzatori di Brixiantiquaria hanno colto l'occasione per proporre a un pubblico di esperti e di appassionati un percorso espositivo collaterale di grande fascino. «Gabriele D'Annunzio e Renato Brozzi. L'eletto amatore d'arte e l'orfico animaliere». Un evento che - riprendendo il tema del rapporto di D'Annunzio con il mondo delle arti figurative e con i suoi protagonisti in relazione alla più generale trama dell'arte italiana tra le due guerre - pone in evidenza il privilegiato rapporto tra l'Imaginifico e il suo prediletto «animaliere», lo scultore–orafo Renato Brozzi (Traversetolo, 1885-1963), il bronzista preferito per gli arredi del Vittoriale.
«La selezione i oggetti e documenti che si presenta nel contesto di Brixiantiquaria 2013 - spiega Anna Mavilla, curatrice della mostra - mira a evidenziare alcune tappe fondamentali del rapporto instauratosi a partire dal 1919 fra il Comandante e l'artista traversetolese, e proseguito fino alla morte del Poeta. Un rapporto intenso e importante, non solo di committenza ma di reciproca stima e di profonda amicizia con momenti di strettissima intesa pur nella precisa differenziazione dei ruoli, come documenta il fitto e spesso scherzoso dialogo epistolare instauratosi fra i due personaggi, prezioso e ricco per molti versi e non soltanto sul piano specificamente artistico, nel cui ambito fornisce comunque indicazioni altrimenti irreperibili».
Il percorso è scandito lungo le tre principali stagioni del rapporto fra l'artista e il suo committente d'eccezione: 1919-1925, 1926-1935, 1936-1938. E consente di rileggere alcune opere di grande suggestione che compongono le collezioni del Vittoriale degli italiani e del Museo «Renato Brozzi» di Traversetolo. «L'incontro tra D'Annunzio e Brozzi avviene a Venezia nel 1919 - spiega Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” - e dalla lettura del carteggio si comprende come il rapporto fra l'artista e il committente, inizialmente contrassegnato con il “lei”, va trasformandosi in un legame di amicizia intima e fraterna, che in alcune missive sfocia nella confessione di tutta quella malinconia che caratterizza gli anni del declino dell'anziano eremita di Cargnacco: “Caro e grande mio Animaliere, da tre giorni sono in colloquio con le tue aquile, coi tuoi gatti, con le tue anatre, con le tue gazzelle, co' tuoi cani, co' tuoi porci. Me li rendo famigliari, e li ammaestro. Sono, da tanto, i miei soli compagni, i consolatori della mia disperata solitudine”».

«Il Vittoriale degli Italiani così come lo vediamo oggi - spiega ancora Guerri - rimanendone sempre stupiti è innegabilmente il frutto della mente geniale e visionaria di Gabriele d'Annunzio; eppure ci sono alcuni artisti che, chiamati a collaborare con il Maestro nella edificazione di questo libro di pietre vive, più di altri hanno lasciato un segno indelebile; fra questi mi piace ricordare Renato Brozzi che per d'Annunzio ha prodotto opere mirabili».

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