Cronaca locale

E nella chiesa di Sant’Antonio torna a splendere il Procaccino

Si trovava nella sagrestia della Chiesa di Sant’Antonio Abate a Milano (in via Sant’Antonio) nascosta e annerita da secoli di esposizione al fumo delle candele, ma poi si è riusciti a intravedere la delicatezza dei contorni e la dolcezza dell’immagine: una Natività, capolavoro di Camillo Procaccini (Bologna, 1555-Milano, 1629), «anche se sarebbe più corretto, visto il dipinto, chiamarlo Adorazione del bambino» spiega il critico d’arte Stefano Zuffi. L’opera, che si riteneva perduta, è stata scoperta per caso durante le prove del concerto che i bambini figli dei dipendenti “Mediolanum” fecero nel Natale 2005. Fu proprio grazie a questo casuale ritrovamento che la Banca Mediolanum propose a don Tarcisio Bove, parroco di Santi Apostoli e Nazaro Maggiore e proprietario dell’opera, di effettuare il restauro, in modo che tutta la città di Milano potesse riavere nel suo splendore il dipinto.
In origine il quadro si trovava sul fondo della Chiesa, poi è stato molte volte spostato, prima di essere sistemato in sagrestia. «Di certo mai era stato pulito, infatti era nerissimo», dichiara Zuffi. Il restauro è durato parecchi mesi, affidato agli esperti del Crd, Conservazione Restauro Dipinti, diretto da Sandrina Bandera. Non è ancora del tutto concluso, ma si è comunque deciso di esporlo durante il periodo natalizio nella Chiesa, dove poi tornerà definitivamente dopo una nuova assenza di quasi un mese in gennaio. «Una pittura immediata, quella del Procaccino – continua Stefano Zuffi - con uno stile che si è certamente “depurato” quando è arrivato a Milano».
Celebre pittore bolognese, Procaccino fu protagonista della scena artistica milanese a partire dall’ultimo decennio del Cinquecento, quando dipinge le ante d’organo del Duomo e - con ogni probabilità - anche l’opera di Sant’Antonio Abate.

«Questo quadro sarà certamente esposto in una delle due mostre che stiamo già organizzando per il 2009-10, quando celebreremo Caravaggio – dichiara Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura - una delle quali sarà sui pittori immediatamente precedenti a lui, come fu Procaccino».

Commenti