E ora i radicali fanno la guerra a Luigi Cadorna

di Giannino della Frattina

Non batava il sindaco Giuseppe Sala che dopo 25 anni decide di non inviare più la corona di fiori del Comune a ricordare i morti della Repubblica sociale italiana al Campo 10 del cimitero Monumentale. Perché ora nell'insulsa (e antistorica) corsa a dimostrarsi più antifascisti degli antifascisti, arrivano anche i Radicali. Che si lasciano andare alla strampalata richiesta di cambiare il nome a piazzale Cadorna. Sì proprio il nome e non il cognome, visto che il desiderio è violentare la toponomastica abbandonando il generale della Grande Guerra, sostituendo a Luigi a cui Vittorio Emanuele III allo scoppiare del conflitto mondiale aveva assegnato l'ufficio di capo di stato maggiore, quel «Raffaele che guidò la liberazione di Roma alla Breccia di Porta Pia nel 1870 o l'omonimo nipote, generale decorato della guerra di liberazione e senatore democristiano». L'ideona è di Lorenzo Lipparini, assessore della giunta Sala e segretario dell'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano e del tesoriere Barbara Bonvicini. «In occasione della giornata che celebra la fine della prima guerra mondiale e commemora il Milite Ignoto (minuscola la guerra e maiuscolo il milite, ndr) il pensiero va agli oltre 4mila soldati italiani condannati a morte dai Tribunali Militari in processi sommari, con 750 esecuzioni e almeno 350 vittime della decimazione», spiegano i due. «Queste vittime e molte altre dovute alla conduzione militare che portò alla disfatta di Caporetto, sono dovute in gran parte al generale Luigi Cadorna che fu destituito dal comando e solo successivamente riabilitato da Mussolini».

Ecco, verrebbe da dire, quanto sono orfani di Marco Pannella questi Radicali a caccia dei fascisti che furono e non, eventualmente, di quelli che sono. Dimentichi delle grandi battaglie (condivisibili o meno) per i diritti civili e tutti presi dalla foga di cambiar la targa a una piazza?

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