E la sera mega-incontro fra cento e più città

Torniamo ancora una volta a rivolgere la nostra attenzione alla bolla immobiliare americana, iniziata nel 2005. Minimizzata fino al suo scoppio nel 2007, essa non è stata generata da una normale differenza tra offerta e domanda di case, ma da una serie di strumenti finanziari innovativi (truffaldini) intesi a concedere mutui quasi senza garanzie; questa carta "avariata" è stata poi ricollocata nel sistema creditizio sotto forma di obbligazioni, mischiandola anche con obbligazioni AAA, divenute poi di difficile mercato per l'impossibili\tà di attribuirgli un valore certo.
Questa truffa colossale del sistema creditizio anche contro i suoi componenti ha creato una "crisi di fiducia" mondiale, bloccando l'interbancario, scambi sui mercati, e creando un effetto "domino" anche su altri comparti "innocenti" tale da far riemerger lo spettro del 1929 anche se non, per ora, sotto l'aspetto macroeconomico. Ecco quindi spontanea la domanda: quanto durerà questa crisi e quanto costerà in termini economici?
Le previsioni vanno dal "rischio di implosione" dei mercati al pericolo di una grande deflazione, tipo quella del Giappone degli anni Novanta, a causa di una eventuale caduta dei consumi, della produzione e degli investimenti che hanno guidato per anni la crescita esplosiva dei nuovi emergenti.
Chi invece ricorda come spesso le crisi di sfiducia si siano dissolte all'improvviso, guarda a quanto una miriadi di attori, grandi e piccoli, stanno facendo per uscire dal tunnel: dalla Casa Bianca alla Federal Reserve in particolare, ma anche da altre Banche centrali, dal sistema creditizio stesso, infine, dalle piccole imprese.
Noi siamo notoriamente tra questi ma a tre condizioni: 1) che i bilanci del primo trimestre, attesi in questo mese, dicano la verità, specie quelli delle banche: perdite, svalutazioni, ammortamenti, previsioni future. Aspettiamo dati negativi intorno ai 700 o più miliardi di dollari contro i 200 finora emersi; seguiranno brutti giorni ma tornerà la fiducia; 2) che gli utili siano vicini a quelli attesi che già scontano uno degli scenari peggiori; 3) che le banche rivelino una modifica sistematica dei propri modelli di rischio, ricreando la fiducia distrutta.
Se questi eventi si verificheranno i mercati si stabilizzeranno per un paio di mesi e ripartiranno in estate.
Conclusione: A) Chi ha denaro di cui non avrà bisogno per almeno un triennio accumuli azioni; specie in USA, dove intravediamo anche un sostanzioso recupero del dollaro entro il 2008, per motivi multipli; soprattutto per il ritorno in forze dei tecnologici e delle Banche e Assicurazioni. Zio Sam frega ma sa anche ripagare. B) Sotto la guida di un consulente finanziario diversifichi geograficamente, perché il capitalismo non muore mai ma cambia pelle ( Cina docet).

C) Chi non ha i mezzi non svenda adesso le azioni rimastegli e viva di titoli di Stato a breve e/o di P/T, magari bimestrali, fino al chiarimento totale del quadro.
* finanziere e scrittore
di economia

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