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E' svolta in Polonia: finita l'epoca dei gemelli Komorowski presidente

Il leader liberale batte Jaroslaw Kaczynski, fratello del presidente scomparso, e promette un secolo d’oro: "Ha vinto la democrazia". Il vincitore, moderato ed europeista, piace ai mercati

E' svolta in Polonia: 
finita l'epoca dei gemelli  
Komorowski presidente

Luigi De Biase

La Polonia è andata alle urne per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. E ha scelto la fine dell’era Kaczynski. È stato un voto diverso dagli altri, perché è arrivato a tre mesi di distanza dall'incidente aereo di Smolensk, nel quale hanno perso la vita 94 persone: fra loro il vecchio capo di Stato, Lech Kaczynski, la moglie Maria i vertici delle forze armate e dodici parlamentari. Al ballottaggio di ieri si sono affrontati il liberale Bronislaw Komorowski, del partito Piattaforma civica, e il gemello di Lech Kaczynski, Jaroslaw, che guida il movimento Legge e giustizia. Ha vinto Komorowski, il nuovo presidente con il 51,9 per cento, stando agli exit poll. «I polacchi - ha detto in tv - hanno ragione di essere orgogliosi perché oggi ha vinto la democrazia».

I due candidati appartengono al centrodestra, ma questo non significa che siano la stessa cosa. Komorowski è ipermoderato, all'estero lo apprezzano per l'immagine di europeista amico del mercato, ma in patria pensano che ha poco carisma. È stato in testa ai sondaggi per molte settimane, secondo il quotidiano Gazeta Wyborcza avrebbe dovuto vincere al primo turno con il 51 per cento dei voti, ma il risultato delle urne ha smentito i pronostici. Kaczynski ha partecipato alle trattative con i comunisti negli anni Ottanta, è stato premier e ha fatto discutere per alcuni provvedimenti assunti quando era governo.

Nel 2007, ha fatto approvare una legge che permette di perseguire chi attribuisce alla Polonia responsabilità per quanto accaduto negli anni del regime, come la campagna antisemita del 1968. Se il fratello non fosse morto nel disastro di Smolensk, avrebbe probabilmente lasciato la politica, invece ha conteso a Komorowski la vittoria. Quella storia ha avuto un impatto fortissimo sulla coscienza sul Paese e su queste elezioni. Nelle librerie di Varsavia vanno a ruba le biografie e gli album di foto della famiglia Kaczynski, i passanti lasciano fiori e candele di fronte al palazzo del presidente, sulla strada Krakowskie Przedmiescie, nel museo della Resistenza c'è già una sezione dedicata alle vittime del disastro aereo.

Gli investitori stranieri avrebbero voluto il successo di Komorowski. Sono stati accontentati. Piattaforma civica controlla già il governo e ha dimostrato di saper gestire la crisi: la Polonia è l'unico Paese dell'Unione europea a non essere entrato in recessione e dovrebbe chiudere l'anno con una crescita superiore al 3 per cento. Kaczynski ha cercato di rimediare facendo leva sulle categoria più deboli. Due settimane fa è stato a Tychy e ha parlato agli operai dello stabilimento Fiat che rischia di chiudere, ha promesso attenzione per i disoccupati e per gli anziani, ha accusato il rivale di avere un piano per privatizzare la sanità. Questo colpo basso gli è costato caro: la Commissione elettorale lo ha costretto a presentarsi in tv per smentire quanto aveva affermato.

Le grandi incognite di questo voto erano due. Da una parte i socialdemocratici, che hanno chiuso il primo turno con il 13 per cento ma hanno rifiutato di sostenere ufficialmente uno dei due candidati. Dall'altro gli under 30, che non amano Kaczynski ma che si sospettava avrebbero potuto disertare le urne per partecipare ai grandi festival musicali in programma a Danzica, Torun e Lublino. Non è stato così. Oppure è stato così, ma non è bastato al gemello.

La Polonia è di Komorowski.

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