Roma

Ecco i colori di Amore e Psiche

Silvia Castello

È iniziato l’atteso restauro del fregio della Sala di Amore e Psiche a Castel Sant’Angelo. Il suo esito potrà finalmente restituire alle decorazioni quello splendore originario che già Giorgio Vasari indicava nelle sue cronache rinascimentali come «fregiature bellissime». Con il ritorno dell’opera alla sua brillante cromia, si riconfermerà così l’abilità di Piero Bonaccorsi detto Perin del Vaga (1501-1547), allievo di Raffaello e ammiratore di Michelangelo, acclamato fra i grandi maestri del Cinquecento. E non solo. «Recuperando la piena leggibilità degli affreschi, si potrà forse chiarire qualche problema attributivo ancora aperto» spiega Claudio Strinati, soprintendente al Polo Museale Romano. Si potranno cioè distinguere le diverse mani dell’équipe di pittori dell’artista fino ad oggi indicati in Domenico Zaga, Cristoforo Gherardi e Michele da Lucca. E in particolare si potranno forse rintracciare, come è accaduto per il soffitto ligneo della stessa sala già restaurata, eventuali interventi diretti di mano di Perin che oltre a seguire tutte le fasi di realizzazione di questa impresa, fornì i disegni preparatori per le storie del fregio, ispirandosi ad una serie di 32 incisioni realizzate dal Maestro del Dado; incisioni che sono alla base dell’analogo ciclo pittorico dipinto anche a Palazzo Spada Capodiferro. L’affresco è composto da nove riquadri rettangolari (più il celetto del finestrone) disposti a fregio continuo e sostenuti da finte mensole. I riquadri raffigurano racconti tratti dalla favola di Amore e Psiche di Apuleio e sono scanditi fra loro da pannelli a grottesche su fondo oro fiancheggiati da chimere e putti che reggono festoni di frutta. L’intervento conservativo prevede una rimozione degli strati superficiali, con un successivo consolidamento dell’intonaco e della pellicola che completeranno l’integrazione del raffinato ductus pittorico: i delicati rapporti cromatici, il morbido chiaroscuro e l’intensità della descrizione dei personaggi.

La riapertura della sala è prevista per la prossima primavera e sarà allestita in modo da ricreare l’unità del percorso di visita dell’appartamento di Paolo III Farnese affrescato con quell’inconfondibile «stile mitologico» così popolare nella seconda metà del Cinquecento.

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