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Ecco la nuova proposta della Marcegaglia: nuova Ici per gli italiani

Nel manifesto degli imprenditori per fronteggiare la crisi economica c’è una patrimoniale che assomiglia all’Ici e che colpirebbe i cittadini già spremuti  

Ecco la nuova proposta  
della Marcegaglia: 
nuova Ici per gli italiani

Nel leggere il documento presentato da Confindustria e da altre associazioni di categoria si prova un senso di fastidio. Ci si sente a disagio nel leggere proposte giuste (come la riforma delle pensioni e i tagli alla politica) pensando a quanto incautamente esse siano state accantonate dal governo. Ci si sente molto a disagio nel leggere le proposte sbagliate, quali la tassa patrimoniale: come quando uno sconosciuto, non richiesto, ti prende sottobraccio e comincia a spiegarti come va il mondo continuando però a fissarti il portafogli.
Si avverte più in generale il fastidio profondo per una politica di missive, dove i soggetti più disparati (Bce, Confindustria, sindacati) inviano ultimatum al governo contenenti quelli che sono in pratica dei programmi economici elettorali senza voto. Si prova infine irritazione nel registrare quello che in questa lettera manca e che invece sarebbe essenziale, come ad esempio qualche considerazione sulla giustizia.
Si poteva chiedere magari a Silvio Scaglia, detenuto un anno senza apparente motivo, oppure ai parenti di Sergio Santo Merlo, industriale veneto costretto al fallimento e al suicidio anche per l’impossibilità di recuperare i crediti in tribunale, se sia più utile alla crescita dell’Italia riformare la giustizia oppure una campagna per il consumo energetico consapevole, come proposto nel documento di Confindustria.
Ci si innervosisce anche perché lettere pubbliche e documenti con critiche feroci e addirittura invocazioni di tasse danno l’impressione all’esterno che certe misure recessive di austerità siano appropriate, come se la pressione fiscale in Italia (e si noti bene, stiamo parlando di tasse effettivamente pagate su Pil, l’evasione è «compresa nel prezzo», dati Ocse) non fosse già oltre i 7 punti percentuali superiore a quella tedesca.
Vista la realtà italiana un imprenditore dovrebbe chiedere tre cose: 1) meno tasse 2) certezza del diritto (non solo fiscale) 3) un contesto stabile che consenta di pianificare a lungo termine. Di tutto ciò invece nel documento di Abi e Confindustria c’è assai poco. Si domanda invece il taglio alla spesa pubblica, cosa sacrosanta, posto che si sappia che se eliminiamo oggi un acquisto statale, al limite anche inutile, l’impresa fornitrice chiude. La spesa nella situazione attuale andrebbe riqualificata, non tagliata.
Corretto invece ragionare sulle pensioni, anche se concentrarsi sull’allungamento dell’età pensionabile è una falsa riforma ed è già stata smontata una volta dalla sinistra. Vogliamo essere drastici? Basterebbe imporre da subito il sistema contributivo per tutti per risolvere il problema senza fare regali a nessuno e realizzando risparmi ingentissimi e strutturali.
Della patrimoniale «utilizzata per finanziare gli sgravi Irap» non vale nemmeno la pena di parlare: non un centesimo di tassazione in più può essere tollerata da chi ha beni regolarmente dichiarati e non conti correnti a Singapore. Tanto più se la misura assomiglia molto a una nuova Ici (guarda caso il gettito stimato è di sei miliardi, esattamente quanto quello generato dalla tassa sugli immobili prima che fosse tolta). Meraviglia piuttosto che l’Abi abbia avallato la proposta demenziale di includere i risparmi nella dichiarazione dei redditi alla mercé del Vendola venturo: il crollo dei prezzi, di certo aiutato dall’improvvida tassa sul deposito titoli e dall’aumento della tassa sugli interessi, dovrebbe aver insegnato qualcosa su quanto si arricchiscano i risparmiatori, a meno di non giocare allo sfascio.
Perfette le liberalizzazioni e le dismissioni, anche se passati esempi di svendite agli amici degli amici non autorizzano facili ottimismi. Condivisibili la spending review e l’incentivo alla moneta elettronica. Rimane però il fastidio di fondo: il sistema finanziario europeo sta avendo un infarto e qui, pensioni a parte, che sono oggettivamente indifferibili, si propone la dieta.

Farà sicuramente bene, ma possiamo per cortesia concentrarci sul problema urgente e pensare dopo a come fare meglio in futuro? Magari sporcandosi un po’ le mani chiedendo l’opinione dei cittadini.
Twitter: @borghi_claudio

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