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«Ecco perché è giusto astenersi»
Non recarsi alle urne è lo strumento più efficace per tutelare lembrione
Non recarsi alle urne è lo strumento più efficace per tutelare lembrione
L'astensione ai referendum del 12 e 13 giugno è lo strumento più adeguato e più efficace per opporsi all'abrogazione di importanti articoli della legge 40 approvata dal Parlamento lo scorso anno. La legge 40 è una buona legge, che regolamenta in maniera ragionevole e sensata l'accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Soprattutto, la legge 40 garantisce una tutela giuridica all'embrione e riconosce quello che l'embrione è: persona umana non solo in potenza, ma in atto, già contenente in sé il patrimonio genetico personale, unico e irripetibile.
La legge 40 va difesa con l'astensione perché essa impedisce che l'embrione diventi una sorta di «materiale di risulta» per la soddisfazione dei desideri della coppia. A questo proposito, significativamente si è parlato di una «dittatura del desiderio» che sembra dominare la cultura e la mentalità del nostro tempo. Questa «dittatura del desiderio» è inaccettabile per chi crede che esista un vincolo etico invalicabile dall'uomo e dalla scienza, un vincolo rappresentato dalla stessa natura umana e dalla stessa persona umana, i concetti cardine su cui si è fondata, da duemila anni a questa parte, la nostra civiltà.
L'uomo non può mai essere considerato come mezzo per la soddisfazione dei propri - seppur legittimi - desideri, ma sempre come un fine. Considerare l'uomo - e quindi anche l'embrione - come un mezzo e non come un fine spalanca le porte alla manipolazione della natura umana e quindi, di conseguenza, comporta il venir meno della libertà: libertà di esserci, libertà di nascere, libertà di crescere come essere unico e irripetibile.
A che cosa porterebbe l'uso indiscriminato delle cellule dell'embrione-persona? Porterebbe alla «produzione» programmata di esseri umani, alla «fabbricazione» in laboratorio della vita... esiti tragici per la nostra civiltà, cresciuta e maturata sulla coscienza della dignità della persona umana e sulla coscienza di un limite etico che si pone di fronte al desiderio della «volontà di potenza» dell'uomo: «Il cielo stellato sopra di me - diceva Kant - e la legge morale dentro di me». Questo patrimonio spirituale e culturale appartiene sia ai cattolici che ai laici, a tutti coloro che vedono nella manipolazione genetica e nella manipolazione embrionale un oggettivo declino civile, morale, sociale. Scegliere l'astensione «consapevole» è il metodo migliore per mantenere in vita una legge che, seppur non perfetta, garantisce e riconosce la dignità dell'embrione, e quindi la dignità della vita nel suo stadio originario e più «indifeso». Infine, non credo che si possa lasciare alla parzialità dello strumento referendario una scelta così importante come quella sulla vita e sulla dignità dell'essere umano. Per tutti questi motivi, con questa consapevolezza, la mia scelta è quella di astenermi dal voto in occasione dei referendum di domenica e lunedì prossimi.
Gianteo Bordero
consigliere comunale Forza Italia
Sestri Levante
La legge 40 va difesa con l'astensione perché essa impedisce che l'embrione diventi una sorta di «materiale di risulta» per la soddisfazione dei desideri della coppia. A questo proposito, significativamente si è parlato di una «dittatura del desiderio» che sembra dominare la cultura e la mentalità del nostro tempo. Questa «dittatura del desiderio» è inaccettabile per chi crede che esista un vincolo etico invalicabile dall'uomo e dalla scienza, un vincolo rappresentato dalla stessa natura umana e dalla stessa persona umana, i concetti cardine su cui si è fondata, da duemila anni a questa parte, la nostra civiltà.
L'uomo non può mai essere considerato come mezzo per la soddisfazione dei propri - seppur legittimi - desideri, ma sempre come un fine. Considerare l'uomo - e quindi anche l'embrione - come un mezzo e non come un fine spalanca le porte alla manipolazione della natura umana e quindi, di conseguenza, comporta il venir meno della libertà: libertà di esserci, libertà di nascere, libertà di crescere come essere unico e irripetibile.
A che cosa porterebbe l'uso indiscriminato delle cellule dell'embrione-persona? Porterebbe alla «produzione» programmata di esseri umani, alla «fabbricazione» in laboratorio della vita... esiti tragici per la nostra civiltà, cresciuta e maturata sulla coscienza della dignità della persona umana e sulla coscienza di un limite etico che si pone di fronte al desiderio della «volontà di potenza» dell'uomo: «Il cielo stellato sopra di me - diceva Kant - e la legge morale dentro di me». Questo patrimonio spirituale e culturale appartiene sia ai cattolici che ai laici, a tutti coloro che vedono nella manipolazione genetica e nella manipolazione embrionale un oggettivo declino civile, morale, sociale. Scegliere l'astensione «consapevole» è il metodo migliore per mantenere in vita una legge che, seppur non perfetta, garantisce e riconosce la dignità dell'embrione, e quindi la dignità della vita nel suo stadio originario e più «indifeso». Infine, non credo che si possa lasciare alla parzialità dello strumento referendario una scelta così importante come quella sulla vita e sulla dignità dell'essere umano. Per tutti questi motivi, con questa consapevolezza, la mia scelta è quella di astenermi dal voto in occasione dei referendum di domenica e lunedì prossimi.
Gianteo Bordero
consigliere comunale Forza Italia
Sestri Levante
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