Controcultura

Ecco perché marxismo significa violenza Anche nella cultura

di Giuseppe Berto

Mi si accusa d'aver agguagliato, sul piano della violenza, il marxismo al fascismo, senza tener conto che il marxismo non è, come il fascismo, mera violenza, ma è una teoria filosofico-politica che ha un posto rilevante nello svolgimento del pensiero europeo e che ha beneficamente influenzato lo sviluppo della democrazia liberale portandola, nei casi fortunati, ad una socialdemocrazia avanzata, che appare essere la migliore delle forme di governo oggi possibili. Ora, non è assolutamente vero ch'io abbia taciuto il valore culturale del marxismo, anzi sono arrivato a dire, e me ne son venuti non pochi biasimi, che i marxisti sono i soli a possedere oggi una cultura abbastanza nuova e dinamica, per cui si mangiano comodamente gli avversari o gli incauti compagni di viaggio, come è accaduto alla Biennale di Venezia, e come probabilmente accadrà in quell'altro pastrocchio che hanno combinato, sempre a Venezia, per salvare la città. Però, dire che il marxismo è cultura non vuol dire che sia la sola sorgente o forma di cultura, e soprattutto non vuol dire che non sia violenza, anzi è violenza perfino nel campo culturale, dov'è usato addirittura come deterrente (chi non è marxista è nella non-cultura) provocando tra gl'intellettuali italiani i soliti fenomeni di mimetizzazione o di pavidità. I pochi che si oppongono sono sbrigativamente i reazionari della non-cultura.

Le cose non cambiano molto passando nel campo politico. Il comunismo è all'attacco in tutto il mondo e ottiene i suoi più vistosi successi dove la democrazia si è realizzata male, come da noi, o dove non esisteva ancora, come nel terzo mondo. Peccato, secondo me. Il liberalismo, che aveva alle spalle una poderosa spinta culturale, s'era proposto di realizzare condizioni di libertà, uguaglianza, fraternità per tutti gli uomini. Aveva voglia, su questo cammino, di far rivoluzioni. Invece, una volta raggiunto il potere con la borghesia, si acquietò, e subito si trovò contro il marxismo, figlio ribelle, col quale adottò senza indugio la strategia della sopravvivenza lunga: si concede qualcosa, ci si ritira, e si campa fino alla prossima concessione. È la stessa strategia che, di fronte agli imperialismi russo e cinese, ha adottato l'imperialismo americano. Appare inevitabile che, a lungo andare, bandiera rossa la trionferà.

Ci si può consolare pensando che l'impero romano ci mise alcuni secoli prima di cedere di fronte ai barbari, e che i barbari, quando arrivarono a distruggere l'impero, erano già ampiamente romanizzati.

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