Economia

Le Poste in Borsa, istruzioni per l'uso

Al via la più grande offerta azionaria dell'anno. Per partecipare c'è tempo fino al 22 ottobre. Il 27 esordio in Piazza Affari. Servono almeno 3.750 euro

Le Poste in Borsa, istruzioni per l'uso

Da oggi, e fino al prossimo 22 ottobre, parte la fase di prenotazione delle azioni di Poste italiane. La prima quotazione in Borsa del titolo è prevista per martedì 27. I risparmiatori potranno prenotare presso gli uffici postali, in banca o tramite le altre reti di vendita autorizzate, un lotto minimo di 500 azioni, o uno intermedio di 2mila, oppure quello maggiorato di 5mila titoli. Tenendo conto che il numero massimo di azioni destinate al pubblico retail sarà di 149,5 milioni, ipotizzando il lotto minimo per ogni richiedente, l'operazione potrebbe coinvolgere fino a 300mila investitori, compresi i dipendenti ai quali è riservato il 3,3% dell'offerta.

Il prezzo al quale ogni azione sarà pagata (tra un minimo di 6 e un massimo di 7,5 euro) si saprà soltanto a fine offerta, il 22 ottobre, in funzione di come andranno le richieste anche da parte degli investitori istituzionali (fondi pensione, gestioni professionali, casse di previdenza ecc.): il prezzo sarà infatti il minore tra quello applicato agli istituzionali e i 7,5 euro. Il piccolo risparmiatore che si impegna ad acquistare un minimo di 500 azioni deve pertanto disporre di almeno 3.750 euro perché il prezzo lo conoscerà soltanto quando i titoli gli verranno assegnati.

È previsto un premio fedeltà (bonus share): chi sottoscriverà le azioni e le manterrà per almeno un anno, ne riceverà 1 ogni 20 in regalo: se per esempio, ne sottoscriverà 500 e le terrà fino a ottobre 2016, ne otterrà 25 in più. Un altro particolare utile per il risparmiatore riguarda la politica dei dividendi. Poste italiane ha dichiarato che per i prossimi due anni (2016 e 2017), i dividendi saranno pari ad almeno l'80% dell'utile netto consolidato del gruppo: in base alle prime stime gli analisti ipotizzano un dividendo di 0,35 euro per azione all'anno. È importante sottolineare, che il trattamento fiscale riservato alle plusvalenze realizzate sulla compravendita di azioni e ai guadagni derivanti dai dividendi prevede un'aliquota del 26%, a differenza del 12,5% applicato a titoli di stato e ai buoni postali.

Che, Poste o non Poste, con le azioni non c'entrano nulla.

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