Economia

Dopo 45 mesi l'auto rallenta in Europa

In settembre calano le vendite (-2%). L'Italia resiste, ma grazie a noleggi e «km 0»

Dopo 45 mesi l'auto  rallenta in Europa

Dopo quasi quattro anni, 45 mesi per l'esattezza, le immatricolazioni di auto in Europa presentano il segno negativo: -2% in settembre. A pesare sono i risultati del Regno Unito (-9,3%) e del mercato tedesco (-3,3%). La battuta d'arresto del mese scorso non impedisce però alle vendite di mantenere il trend positivo da gennaio a settembre: +3,6%, cioè 12.026.194 registrazioni di veicoli nuovi, grazie anche all'accelerazione italiana (+8,1% a settembre e +9% nei nove mesi). Gli altri Paesi: Spagna +4,6% e Francia +1,1%.

Resta da vedere se questo calo delle immatricolazioni in Europa è da considerare come un incidente di percorso oppure nasconde un principio di malessere di un settore centrale per l'economia e l'occupazione nel Vecchio continente.

Per Filippo Pavan Bernacchi (Federauto, la federazione dei concessionari) «il -2% di settembre rappresenta un segnale da monitorare e, soprattutto, fa riflettere sull'aumento del mercato italiano», pompato da noleggi, partite Iva (grazie al Superammortamento), «Km 0» (+40% sul 2016 secondo Dataforce) e promozioni varie. Il presidente di Federauto ricorda anche il risultato, al netto, del canale privati (le famiglie): -4% il mese passato e -1,5% da gennaio.

Per quanto riguarda l'Italia sarà pure interessante vedere il dato della produzione industriale dell'industria automotive di settembre. Agosto, infatti, è risultato negativo (-4%) a fronte di una crescita tendenziale di oltre il 7% nei primi otto mesi del 2017. Si tratta del primo calo dal giugno 2016.

Nei primi sette mesi dell'anno il valore delle esportazioni di autoveicoli dall'Italia segna un +19%. E solo in luglio queste esportazioni hanno raggiunto un valore di 2,15 miliardi (+14%), rappresentando il 5,4% di tutte le esportazioni, mentre le importazioni di vetture pesano per 2,41 miliardi (+11,5%), pari al 7,2% di tutto l'import italiano. L'auto ha svolto, finora, il ruolo di traino della produzione industriale nel suo complesso (+5,7% in agosto e +2,9% il progressivo da inizio anno).

Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) sottolinea come, per le immatricolazioni in Europa di auto a settembre, più che una frenata ci sia stato un rallentamento.

A preoccupare è la situazione britannica (-3,9% da gennaio) dove è evidente anche il contraccolpo «derivato dall'introduzione, in aprile, di una nuova tassa sulle emissioni di CO2; mentre continuano le incertezze legate alla Brexit». Frena a settembre anche Fca (-1%), nonostante il +15,9% di Alfa Romeo (per Giulia +16,8%, come riporta una nota del Lingotto) e il +3,6% di Jeep. Il segno meno è causato dai volumi in calo di Lancia, tra l'altro marchio strettamente legato all'Italia. Più 8,2% Fca, invece, nei nove mesi, con la quota mercato che sfiora il 7 per cento.

Cala a settembre anche il Gruppo Volkswagen (-1,1%).

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