Economia

Alitalia congela gli aumenti: ancora scontro sul contratto

La compagnia non scopre le carte sul piano industriale e guarda al 10 gennaio. Il giallo del ricambio al vertice

Alitalia congela gli aumenti: ancora scontro sul contratto

Alitalia e sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl) ieri hanno discusso senza intendersi per un paio d'ore. La riunione era stata indetta per illustrare il piano alle rappresentanze dei lavoratori, ma ancora non ci sono né dettagli, né numeri relativi agli esuberi. Su questi temi il prossimo appuntamento è per il 10 gennaio. Il discorso, piuttosto si è concentrato sul contratto. La richiesta dei vertici Alitalia è di congelare dal primo gennaio gli effetti del contratto in scadenza; la conseguenza immediata sarebbe la sospensione del pagamento degli scatti di anzianità fino alle nuove intese.

Il sindacato si oppone con decisione, sostenendo che se un contratto scade, esso resta in vigore fino alla firma del nuovo. Le posizioni sono distanti e la discussione probabilmente continuerà oggi. Ogni scaramuccia, ogni battibecco è comunque preliminare al dibattito sul piano e sugli esuberi, che l'azienda non quantifica ancora in attesa di farne una leva contrattuale da manovrare insieme alla richiesta di flessibilità.

Il contratto in scadenza è quello collettivo del 2014, ma si riferisce alla sola Alitalia perché all'epoca tutte le altre compagnie lasciarono Assaereo proprio per non adottarlo, considerandolo troppo oneroso. I protocolli di quell'accordo prevedono che per sei mesi dalla scadenza le parti si astengano da iniziative unilaterali. Dunque, fino a giugno niente scioperi ma nemmeno rifiuti a pagare gli scatti di anzianità.

Intanto ci s'interropga sul futuro di Cramer Ball? Il Messaggero di ieri lo dava in uscita, sfiduciato dai soci italiani. Alitalia ha smentito ufficialmente, ricordando che solo pochi giorni fa il cda e l'assemblea gli hanno implicitamente riconfermato fiducia approvando il suo piano industriale. Le difficoltà di Ball vengono messe anche in relazione con quelle del suo mèntore, James Hogan, la cui poltrona a Etihad da qualche tempo scricchiola. In ogni caso, i soci italiani, che stanno avviando una nuova stagione di sostegno economico della compagnia, questa volta pretendono maggiore visibilità e di essere più vicini alle decisioni operative.

Giovedì scorso l'azienda ha incassato l'assenso delle banche a fornire linee di credito prossime ai 200 milioni, utili a finanziare l'impresa nei 60 giorni in cui si è impegnata a tagliare più costi possibile.

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