Economia

Alitalia-Etihad, c'è l'accordo: agli emiri il 49% della compagnia

Trovato un accordo sulla ristrutturazione del debito con le banche. Resta da sciogliere il nodo dei 2250 esuberi

Alitalia-Etihad, c'è l'accordo: agli emiri il 49% della compagnia

Alitalia ed Etihad Airways hanno trovato l'accordo. È difficile pensare, infatti, che una compagnia nata nel 2003 abbia fatto, in poco più di due lustri, tali passi da gigante da conquistare la ribalta del trasporto aereo internazionale, con una campagna acquisti, in giro per il mondo, che ora ha come traguardo, ormai vicinissimo, il matrimonio con la malconcia ma pur sempre storica major quale è Alitalia. Nei prossimo giorni l'aviolinea di Abu Dhabi acquisirà, infatti, una partecipazione azionaria del 49% in Alitalia.

Dentro all'intesa siglata oggi c'è tutto il senso di un miracolo industriale: quello di Etihad, la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti, che, con orgoglio, rivendica di essere l’aviolinea con la più rapida crescita nella storia dell’aviazione. Fu Etihad a stupire tutti, nella prestigiosa vetrina del salone aerospaziale di Farnborough nel 2008, con un maxiordine per 100 nuovi aerei. Un chiaro segnale degli obiettivi ambiziosi cui puntava la più piccola delle big three del Golfo, l’ultima nata dopo Emirates e Qatar Airways. E, in quella lontana estate, mentre in Italia si combatteva la battaglia per salvaguardare l’italianità di Alitalia, ormai tecnicamente fallita, nessuno avrebbe scommesso che i destini tra le due compagnie si sarebbero incrociati nel giro di qualche anno.

L’annuncio delle due compagnie arriva quando è ancora da sciogliere il nodo dei 2250 esuberi. Il confronto con i sindacati è iniziato all'insegna del muro contro muro, con le organizzazioni dei lavoratori che si sono dichiarate "indisponibili ad affrontare il tema occupazionale nei termini prospettati". Una nuova convocazione da parte dell’azienda è attesa a breve. È, invece, stato trovato un accordo sull’altro tema caldo: la ristrutturazione del debito con le banche. Lo schema su cui si è lavorato in questi giorni prevede la rinegoziazione di 565 milioni di debito, con la cancellazione di un terzo e la conversione in azioni (con un convertendo a 2-3 anni) dei restanti due terzi. Le banche creditrici di Alitalia (Intesa, Unicredit, Mps e Popolare di Sondrio) hanno evidentemente raggiunto una posizione condivisa. Assicurazioni sufficienti sono state fornite anche sul fronte delle infrastrutture, rispetto alle richieste di Etihad: il superamento del decreto Bersani che limita gli slot per Linate, stop ai vantaggi competitivi per le low cost e migliori collegamenti ferroviari con l’aeroporto di Fiumicino.

Alla base della strategia di Etihad Airways c’era e c’è una combinazione di rapida crescita organica, lo sviluppo di partnership aggressive e acquisizioni innovative di capitale. E così che Etihad è diventata "un brand globale", come Hogan tiene oggi a sottolineare. Oggi, la compagnia effettua oltre mille voli settimanali verso 96 destinazioni sia passeggeri che cargo in Medio Oriente, Africa, Europa, Asia, Australia, America del Nord e America del Sud, con una flotta di 85 aerei di Airbus e Boeing. E detiene quote di partecipazione attualmente in airberlin, Air Seychelles, Aer Lingus, Virgin Australia, Air Serbia, Jet Airways, Darwin. E, intanto, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come il premio quale "World’s Leading Airline" nel 2009, 2010 e 2011.

Del resto il motto è "Welcome to a more comfortable world".

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