Economia

Alitalia, in panne il piano del governo

Di Maio manda l'ad di Fs ad Atlanta per parlare con Delta. E EasyJet pensa di ritirarsi

Alitalia, in panne il piano del governo

Finisce in panne, e si prepara a nuovi tempi supplementari, il piano firmato Di Maio per salvare Alitalia. Il 31 marzo, come da calendario, difficilmente sarà presentata la new company. «Ci vorrebbe un miracolo» riferisce una fonte vicina alla vicenda sottolineando come «la crisi del momento sia tutta nella missione di Battisti ad Atlantia. Al di là dello scopo spiega la fonte il ministro Di Maio esce di scena e manda a trattare, in un incontro cruciale con un potenziale socio (Delta), un altro potenziale socio (Ferrovie) senza esponenti del governo».

È, infatti, di queste ore la notizia che l'ad di Fs, Gianfranco Battisti, volerà negli Usa per incontrare l'ad di Delta, Ed Bastian. La compagnia americana, insieme a Easyjet, è uno dei probabili azionisti della nuova Alitalia. Ma i due cavalieri bianchi hanno posto condizioni stringenti per far parte della cordata che, con le Ferrovie, dovrebbe rilanciare la compagnia. Ecco allora che la missione americana appare l'ennesimo disperato tentativo di attuare un piano di salvataggio dove, a non tornare, sono soprattutto i conti.

Fs inietterebbe nella newco 300 milioni (per un 30%), mentre il Mef non metterebbe più del 15%. Delta intenderebbe investire subito 150 milioni, cifra considerata tuttavia insufficiente perchè corrisponde a un massimo del 15% del capitale di New Alitalia. EasyJet ha affermato più volte di essere interessata al corto raggio, per una quota del 15%, ma solo se ottenesse il controllo di alcuni asset. Dettaglio che non piace ai tre commissari di Alitalia che temono ciò possa portare a uno spezzatino della compagnia. Tra l'altro nelle ultime ore la compagnia low cost starebbe pensando di sfilarsi dalla partita. Troppe incertezze, insomma, per un piano da almeno 900 milioni. E per rilanciare una società che ha ormai una quota di mercato del 14% e nel 2018 si stima abbia perso oltre 500 milioni.

All'appello mancano almeno 200 milioni o un altro partner. Ed è su questi due fronti che si giocherà tutta la partita nelle prossime settimane: si punterebbe a chiudere il dossier entro Pasqua. Ma se Battisti non riuscisse a convincere Delta a raddoppiare l'investimento, all'orizzonte rimarrebbero poche possibilità.

Fuori dalle scene Fincantieri e Leonardo (il cui coinvolgimento è stato escluso rispettivamente dal ministro dell'Economia Giovanni Tria e dall'ad Alessandro Profumo), in pista potrebbe forzatamente tornate Poste, già coinvolta nel 2014. Ma salvare Alitalia con i risparmi degli italiani (oltre ai soldi pubblici già in campo) sarebbe l'ennesimo boomerang per il governo giallo-verde osservato speciale sul tema Alitalia.

Un dossier tornato ulteriormente al centro delle polemiche dopo che, a confermare lo stato di stallo delle trattative, è arrivato ieri il rinvio dell'audizione dei commissari straordinari di Alitalia, prevista per oggi in Commissione Trasporti della Camera.

In allarme sono in particolare i sindacati che procedono spediti verso lo sciopero del trasporto aereo proclamato per il 25 marzo.

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