Economia

Alitalia a un passo dal commissario

La trattativa va in stallo, vertice d'emergenza con il governo. Oggi i confederali

Alitalia a un passo dal commissario

Come in ogni trattativa sindacale, alla vigilia della scadenza sembra che torni in alto mare. Alitalia non fa eccezione e ieri la trattativa si è fatta difficilissima, ai limiti della rottura. I tavoli del negoziato tra azienda e sindacati su esuberi e contratto sono stati interrotti per la mancanza di un avvicinamento delle parti. «L'azienda ha sospeso la trattativa. È una decisione unilaterale e il tavolo non è rotto, ma sospeso», ha annunciato nel pomeriggio il segretario generale della Uil trasporti, Claudio Tarlazzi. Anche il suo omologo Filt-Cgil, Nino Cortorillo, ha spiegato che sono state avanzate «delle controproposte sulla riduzione dei costi per il personale navigante che sono state respinte da Alitalia». La discussione è proseguita su tavoli tecnici, in cui le controparti hanno discusso delle singole misure di risparmio.

L'incontro più importante, quello con la politica, era in agenda per le 20. I ministri, dei Trasporti, dello Sviluppo economico, del Lavoro - Del Rio, Calenda, Poletti - hanno incontrato l'azienda e i sindacati interni, mentre è slittato a questa mattina alle 9.30 il vertice con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Furlan e Barbagallo.

Il termine ultimo alla trattativa è fissato per oggi, ma non è da escludere un prolungamento a dopo Pasqua. Tuttavia, c'è un elemento oggettivo che preme e che rende febbrili queste ultime ore: è la cassa. La liquidità di Alitalia è agli sgoccioli, stanno finendo anche le linee di credito-ponte aperte in dicembre, circa 180 milioni. La compagnia perde oltre 1,5 milioni al giorno e una compagnia in crisi può trovarsi nella necessità di pagare alcune spese in contanti, quali carburante, diritti e servizi di terra, in alcune parti del mondo. Anche così si spiega la frase pronunciata ieri da Luigi Gubitosi, presidente designato: «Spero che si raggiunga una soluzione per domani (oggi, ndr) e che la razionalità prevalga». Poi ha aggiunto: «La situazione è più complicata perché il tempo sta scadendo». Fattuale il ministro Calenda: «Si lavora per chiudere fino all'ultimo secondo utile». Tranchant il fondatore dell'Associazione nazionale piloti, Marco Veneziani: «Tanto impegno per un piano industriale che non serve a nulla. Meglio il commissario: il Chapter 11 all'italiana ha già salvato un'altra compagnia, Blue Panorama. Si segua quella via». L'ipotesi del commissariamento serpeggia da giorni da più parti.

Se la trattativa su esuberi e contratto corre sul filo del rasoio, l'impianto economico finanziario - che sarà attivato solo a condizione che si trovi l'accordo sul lavoro - appare a buon punto: lo schema è definito, ma è ancora insidiato da qualche ostacolo. Le previsioni di risorse per finanziare il piano, 1,3-1,5 miliardi, sono state ritenute insufficienti dagli advisor, che hanno indicato la necessità di versare altri 400 milioni aggiuntivi, con un'iniezione di semiequity o quasi-capitale, suddivisi pro quota tra Cai (51%) ed Etihad (49%). Etihad farà la sua parte, ma le banche, ovvero Cai, non sono disponibili se non con una garanzia pubblica. La Cdp, ripetutamente chiamata in causa, ha escluso un proprio intervento per vincoli statutari; ma gli istituti - Unicredit e Intesa, ma quest'ultima in particolare - sono fermi nel richiedere un mallevadore indicato dallo Stato.

Questione non di poco conto, ma risolvibile con una chiara decisione (politica) del governo.

Commenti