Economia

Amazon cambia pelle in Italia: pace fiscale e patto sui trasporti

L'ingresso in Federlogistica e l'intesa con le Entrate per integrarsi in un sistema che è già il motore dell'economia

Amazon cambia pelle in Italia: pace fiscale e patto sui trasporti

Logistica e mobilità. Sono le due grandi scommesse che il nuovo governo deve vincere se vuole tenere su di giri il motore delle imprese, dei distretti e delle filiere allungate. Un sistema di cui fanno parte anche i colossi dell’e-commerce che stanno ridisegnando il mercato. Non a caso lo scorso 11 luglio è stato annunciato l’ingresso di Amazon in Federlogistica Conftrasporto aderente a Confcommercio, la più grande associazione del Paese (oltre 700mila imprese), in ottimi rapporti col governo di M5S e Lega. Un segnale importante: dopo la svolta nelle relazioni sindacali con l’accordo sindacale sui turni dell’hub di Castel San Giovanni (Piacenza), il gruppo di Jeff Bezos entra a far parte di un’associazione di categoria cambiando lo storytelling della sua presenza in Italia. Istituzionalizzandosi, insomma. La società ha scelto Confcommercio, di cui non fanno parte altri grandi retailer come Esselunga e Carrefour.

"Amazon e’ iscritta a Confcommercio Piacenza fin dal 2014. La crescita della domanda da parte dei clienti e l’evoluzione delle nostre attività nel supportare le pmi guida la crescita dei nostri investimenti in Italia, sia in termini di creazione di posti di lavoro che di nuove infrastrutture logistiche. L’adesione alla Federazione a livello nazionale rappresenta un passaggio naturale in questo percorso", spiega una portavoce di Amazon che dal 2015 ha una sua succursale - nel linguaggio fiscale una "stabile organizzazione" - ovvero possiede partita Iva nel nostro Paese. E che a fine 2017 ha chiuso il contenzioso con il Fisco - e con la procura di Milano - pagando 100 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate.

L’ingresso in Federlogistica è strategico e per certi versi "politico": Amazon sigla così un patto con il commercio e con la logistica, che è il "collo di bottiglia" dove rischia di bloccarsi la crescita dell’online e dell’economia. Ne è un esempio la norma sui divieti di circolazione ai mezzi pesanti nei giorni festivi. La mancata consegna e l’aumento del traffico, infatti, sono i talloni d’Achille del settore. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano le spedizioni in Italia a fine 2018 saranno circa 230 milioni e la crescita prevista dell’e-commerce sarà del 15% in più rispetto al 2017 con un valore assoluto di 27 miliardi. Presto andrà quindi ripensato il sistema della logistica urbana dell’ultimo miglio, con particolare attenzione alla riduzione del traffico. Il tema ovviamente riguarda anche Poste con cui Amazon (che non ha una sua flotta di corrieri e per l’ultimo miglio ha stretto accordi con operatori locali) ha appena siglato un’intesa triennale per la consegna serale e nel weekend dei pacchi. "In Italia siamo indietro tre-quattro anni nello sviluppo del modello Amazon rispetto al resto d’Europa, è un tema su cui dovremo riflettere", ha detto l’ad di Poste, Matteo Del Fante, durante la cerimonia per i vent’anni dell’Agcom. La stessa autorità garante delle comunicazioni che lo scorso 2 agosto ha multato tre società italiane del colosso americano per complessivi 300mila euro per aver svolto"anche attività postali, quali la logistica e la consegna di pacchi o la gestione dei centri di recapito senza titolo autorizzativo".

L’Agcom ha dunque imposto a Amazon di prendere la licenza postale ovvero pagare un contributo che finirà nelle stesse casse dell’Autorità allargando il suo raggio di azione alle società italiane di Bezos che, di fatto, diventano regolate.

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