Economia

Ancora tre ostacoli per Alitalia-Etihad

L'esame europeo, gli esuberi e il rebus Montezemolo alla presidenza. Accelera la corsa degli sceicchi ai cieli italiani

Ancora tre ostacoli per Alitalia-Etihad

L'accordo con Alitalia manda Etihad in vantaggio nella corsa degli sceicchi per conquistare i cieli italiani. La sfida tra le compagnie aeree del mondo arabo è iniziata già da tempo, ed è a tutto campo, dal trasporto merci ai collegamenti internazionali, con l'obiettivo di creare una porta verso l'Occidente. La concorrenza è senza esclusione di colpi: Emirates, l'altra compagnia degli emiri, si è da poco conquistata, dopo una lunga battaglia legale, il diritto di volare direttamente da Milano Malpensa a New York, ma non trascura certo Fiumicino, dove ha appena inaugurato una lounge da Mille e una notte. Con ottime ragioni, visto che i passeggeri Emirates da e per Roma sono aumentati del 110% in quattro anni. Ma anche Qatar e Kuwait Airways, già presenti a Roma, puntano ad aumentare le rotte. Del resto, le compagnie degli Emirati arabi e del Golfo sono stati i protagonisti di uno shopping da record all'ultimo Air Show, il salone aeronautico di Dubai: 300 aerei comprati in un giorno, tra Airbus e Boeing, per 150 miliardi di dollari.

All'indomani della firma dell'accordo tra Alitalia ed Etihad, sono comunque ancora molti i nodi da sciogliere. A cominciare dal nuovo vertice della compagnia, dopo che l'ad Gabriele Del Torchio ha pubblicamente annunciato la volontà di lasciare. Alla presidenza della newco viene dato quasi per scontato l'arrivo di Luca Cordero di Montezemolo, «facilitatore» della trattativa e in solidi rapporti con gli arabi di Abu Dhabi. Chi meglio del portabandiera della Ferrari per rendere anche Alitalia un ambasciatore del made in Italy e contribuire a rendere la compagnia «più sexy», come ha promesso l'ad di Etihad, James Hogan? Per lui potrebbe aprirsi la strada di una presidenza non operativa, che non confliggerebbe con la guida dell'amata Ferrari. C'è però l'incognita dei non facili rapporti tra lo stesso Montezemolo (appena escluso dal cda della nuova Fiat Chrysler) e il vertice del Lingotto. Altro problema è il potenziale conflitto d'interessi di Montezemolo sul fronte di Ntv, la società ferroviaria concorrente di Fs e su alcune tratte anche di Alitalia, di cui è socio fondatore. Ma c'è anche chi pensa che proprio la presidenza di Alitalia potrebbe dare l'occasione a Montezemolo di «scendere» da Italo. Tanto più viste le difficoltà di Ntv: Intesa Sanpaolo ormai valuta il suo credito nella società «incaglio», a un passo dalla sofferenza. Quanto alla figura del prossimo ad, finora il favorito viene considerato Silvano Cassano. Il manager - già ad di Benetton e quindi vicino alla famiglia azionista di Alitalia nonchè proprietaria di Adr, che gestisce Fiumicino e Ciampino - vanterebbe infatti stretti rapporti con Hogan, risalenti a quando entrambi erano in Hertz.

Un altro fronte caldo è quello del personale, dove i tagli entrano nel vivo. Mentre Del Torchio e Hogan siglavano l'intesa, è stato firmato anche l'accordo sulla mobilità volontaria per i 2.171 esuberi di Alitalia. «1.250 saranno ricollocati subito- dice il ministro Lupi - , e di questi 200 grazie al fatto che ora la manutenzione degli aerei si farà in Italia». Comincia intanto la fase di ricerca del personale disposto a uscire volontariamente dall'azienda, in cambio di una buonuscita di 10mila euro lordi. L'individuazione avverrà entro il 10 settembre: dopo il 15 potranno partire le lettere di licenziamento. È difficile, secondo i sindacati, prevedere quanti lavoratori potrebbero aderire nè si può contare sui «pensionabili», considerando che la forza lavoro di Alitalia è relativamente giovane.

Infine, resta il nodo Bruxelles, dove sono ben due i commissari che indagano su Alitalia: da una parte Joaquin Almunia, che vigila sulle norme della concorrenza, dall'altra Siim Kallas, commissario ai trasporti chiamato a valutare la compatibilità con le regole europee del nuovo assetto proprietario, visto che Etihad è un operatore extra-Ue.

Anche se il governo non nutre dubbi sul via libera: «A fine agosto-inizio settembre presenteremo un dossier all'Europa, in cui spiegheremo passo dopo passo quello che abbiamo fatto», ha detto Lupi.

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