Economia

Armani, Valentino e Kartell su misura di Borsa

Il lusso continua a crescere grazie all'export che vale tra il 59 e il 64% del fatturato

Laura Verlicchi

Piazza Affari aspetta Valentino. La griffe è balzata nel giro di un anno dal settimo al secondo posto nella classifica delle 50 aziende quotabili del settore moda e lusso, curata da Pambianco Strategie di impresa in collaborazione con Ernst & Young, piazzandosi alle spalle dell'eterno numero uno, Giorgio Armani. Un successo per la maison, ancora italiana di testa (l'ad Stefano Sassi) e di cuore (lo stilista Pierpaolo Piccioli, ultimo erede del mitico fondatore) , benchè in mani straniere: «Una bellissima case history - ha spiegato David Pambianco - che mi auguro sarà presto in Borsa».

L'idea, si sa, non dispiacerebbe agli investitori di Mayhoola, il fondo del Qatar proprietario di Valentino, anche se per ora non ci sono tempi certi. I numeri comunque non lasciano dubbi: la maison negli ultimi due anni ha raddoppiato il fatturato, passando da 552 milioni nel 2013 a 1.047 milioni nel 2015, e l' ebitda è cresciuto dall'11,8% al 17,4 per cento.

Un record anche per un settore abituato a crescere, come il lusso: il fatturato complessivo delle 50 aziende top è passato dai 18,258 miliardi del 2014 ai 19,796 dell'anno scorso con una crescita del 8,4%, trainata soprattutto dall'export, che vale il 59,1 per cento.

In ogni caso nel settore abbigliamento resta Giorgio Armani l'azienda che vanta le caratteristiche top per approdare a Piazza Affari. Tre le 50 aziende che per Pambianco hanno i parametri in regola per «sfilare» anche in Borsa ci sono anche Ermenegildo Zegna, Gianni Versace, Dolce & Gabbana, Vicini, Stefano Ricci, Calzedonia, Golden Goose (new entry) e Paul&Shark.

Le esordienti nella «top 50», oltre Golden Goose, sono quest'anno Golden Lady, Gianvito Rossi, De Rigo, Lardini, Morellato e Bottega Veneta. Mentre tra le aziende che hanno le migliori caratteristiche per essere quotate nel settore arredamento e design ci sono invece Flos, Kartell e B&B. Seguono Minotti, Molteni, Artemide, Sambonet, Alessi, Flexform, Poltronesofà, Cattelan (new entry), iGuzzini, Poliform, Pedrali e Scavolini. Nel 2015 hanno registrato un giro d'affari complessivo di 2,1 miliardi di euro, in crescita del 7,3% dai 2 miliardi del 2014. Il fatturato medio si è attestato attorno a 146 milioni e il margin ebitda al 15,1%, in rialzo dal 14,1% del 2014.

Con una quota di export pari al 62,2%.

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