Economia

Le banche cinesi battono l'Occidente

Il sorpasso di China Construction Bank sui colossi Usa. L'Italia resiste, in linea con l'Europa

Le banche cinesi battono l'Occidente

Il boom internazionale della finanza cinese - anche e soprattutto in Italia - è ormai un dato di fatto. Tanto che il ceo di JpMorgan, Jamie Dimon, recentemente si è detto preoccupato per le «straorganizzate» banche occidentali che potrebbero essere superate dalle loro concorrenti dell'ex Celeste Impero. Una previsione che trova sostegno nell'ultima ricerca di Brand Finance, la società di consulenza leader nella valutazione dei marchi, secondo cui le banche cinesi stanno sorpassando i colossi europei e statunitensi.

L'esempio più eclatante è rappresentato da China Construction Bank, che ha già superato la britannica Hsbc in termini di capitalizzazione, e in un solo anno ha visto il valore del proprio marchio crescere del 39%: un record che ha permesso alla banca cinese di sorpassare prestigiose concorrenti degli Stati Uniti come Citi, Bank of America e Chase. Ma sono significative anche le performance di un altro colosso targato Pechino, la Icbc (Industrial and commercial bank of China), balzata dal sesto al secondo posto della classifica mondiale, mentre Bank of China e Agricultural Bank of China hanno spinto la spagnola Santander in fondo alla top ten.

Tuttavia, il primo posto sul podio dei risultati globali è ancora saldamente detenuto dall'americana Wells Fargo: anche nel 2015 il suo resta il marchio col maggior valore al mondo, pari a 34,9 miliardi di dollari, cresciuto in un anno del 15%.

E l'Italia? Resiste, almeno a livello generale. Nell'ultimo anno, infatti, tutti i marchi delle banche europee sono stati in difficoltà, a causa della persistente fragilità dell'economia e dell'incertezza dominante: in questo quadro, la perdita complessiva del 5% che ha colpito i brand delle banche italiane è in linea con quello degli altri Paesi del Vecchio continente. In Germania il calo è stato del 6% e in Francia addirittura del 19%, mentre il valore delle banche del Regno Unito è calato del 3% e del 2% quello spagnolo. Nelle graduatorie internazionali, però, il rallentamento dell'Italia ha consentito a Paesi asiatici emergenti, come India e Corea del Sud, di superarla in classifica.

Ma come si calcola il valore del marchio? É un procedimento complesso, basato non solo sui dati finanziari ma anche sulla capacità di comunicazione dell'azienda e sulla sua percezione all'esterno. Si arriva così al cosiddetto «royalty relief», ovvero la determinazione delle royalty che una società dovrebbe pagare per l'utilizzo di un marchio che non possiede. Nel 2014, la banca italiana che ha avuto il brand più performante è la Popolare di Vicenza: il suo valore è pari a 267 milioni di dollari ed è aumentato del 42%, passando dal 458° al 380° posto nella classifica internazionale di quest'anno.

Tra i maggiori istituti di credito, Intesa Sanpaolo e Banco Popolare hanno avuto una piccola crescita in valore del marchio - rispettivamente del 3 e del 2% -: meno bene Unicredit, che ha risentito della crisi che ha colpito i marchi europei, ma mantiene il rating AA, analogo a quello di un colosso come Chase.

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