Economia

Banche, rischio tempesta con i tassi al minimo

Il viceministro Zanetti rassicura: «Il nostro sistema è solido»

Gian Maria De FrancescoIl settore bancario potrebbe trovarsi nuovamente ad affrontare mari agitati a causa del basso livello dei tassi che rende meno profittevole il business dei prestiti. A segnalare questo pericolo è la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), ossia la «banca delle banche centrali» al cui interno è costituito il Comitato di Basilea che fissa i parametri di vigilanza internazionali.«Quelli che vediamo potrebbero non essere fulmini isolati, ma i segnali di una tempesta: malgrado condizioni monetarie espansive, la crescita nei Paesi più importanti è stata deludente e vacilla la fiducia nelle banche centrali», ha scritto nella rapporto trimestrale della Bri il capo del dipartimento monetario, Claudio Borio, aggiungendo che «i tassi negativi avranno effetti sulle banche se si protrarranno a lungo».Nel secondo semestre 2015, infatti, i flussi di finanziamento globali si sono ridotti. In pratica, la liquidità immessa dalle banche centrali (Fed, Bce e People's Bank of China) non si traduce in un incremento degli investimenti. Secondo la Bri, attualmente guidata dal capo della Bundesbank Jens Weidmann, il problema è il debito, pubblico e privato. L'attuale incertezza è determinata dalla sua stretta connessione con la bassa produttività a livello globale.Queste difficoltà sistemiche aggravano una situazione già difficile per le banche italiane. Il viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti, ieri però ha cercato di essere rassicurante. «Il sistema è nel suo complesso solido, ma l'attenzione deve essere crescente», ha dichiarato ricordando che «le quattro banche che hanno avuto una procedura di risoluzione pesano per l'1% sul totale degli attivi» e che «i problemi su Popolari e credito cooperativo sono stati affrontati con misure migliorabili». Insomma, non ci dovrebbe essere «nessun effetto domino» dai casi Vicenza e Veneto Banca: l'ansia dei risparmiatori «non è giustificata».

Zanetti si è tuttavia detto sorpreso dal ritardo sull'emanazione dei decreti per gli indennizzi agli obbligazionisti delle quattro banche salvate.

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