Economia

Il Banco trova l'en plein con l'aumento

Sottoscritto il 99,3%. In campo le Fondazioni, Unipol, Aviva e Mr Calzedonia

Il Banco Popolare può andare a nozze con Bpm: le assemblee sono attese entro metà ottobre. Malgrado uno sconto sul «Terp», il prezzo ex stacco del diritto, inferiore alle attese, l'istituto guidato da Pier Francesco Saviotti ha infatti segnato l'en plein nell'aumento di capitale da un miliardo preteso dalla Bce come condizione alle fusione. La ricapitalizzazione, scattata il 6 giugno a 2,14 euro (29,3% lo sconto sul Terp), è stata coperta al 99,377%, per un ammontare prossimo a 990 milioni. Avrebbero fatto la propria parte sia le fondazioni CariVerona (0,5%) e CariLucca (2,9%), sia i partner assicurativi del Banco: Unipol e Aviva. Oltre al parterre degli imprenditori veronesi, a partire dal papà di Calzedonia, Sandro Veronesi.

I diritti non esercitati saranno offerti in Borsa da domani. «È una soddisfazione enorme. Sono particolarmente felice, perché abbiamo ottenuto questo risultato in un contesto di mercato molto difficile, con una grande partecipazione del retail e senza l'intervento» del consorzio di garanzia composto da Mediobanca e BofA Merril Lynch», ha sottolineato l'ad Pier Francesco Saviotti. L'operazione e la stessa fusione con Bpm rappresentano l'ultimo atto della gestione Saviotti, visto che a guidare il nuovo gruppo sarà l'ad di Piazza Meda, Giuseppe Castagna.

Il successo dell'aumento del Banco (2,84 euro ieri in Piazza Affari, -1,5%) rappresenta inoltre un'iniezione di fiducia per l'intero sistema creditizio del Paese, messo sotto torchio da mesi complice il pasticciato salvataggio organizzato dal governo per Banca Etruria, Banca Marche, CariFe e CariChieti. All'opposto per la ricapitalizzazione di Veneto Banca si profila una soluzione fotocopia a quella realizzata per Popolare Vicenza, l'altra malata del Nord est. La Bce ha infatti autorizzato Quaestio, cioè il Fondo Atlante, ad acquistare «una partecipazione qualificata» e oltre il 50%» di Veneto Banca, compresi di diritti di voto. I risultati definitivi sono attesi in mattinata, ma stando alle ricostruzioni Atlante dovrà farsi carico della quasi totalità, il 99%, dell'operazione sempre da un miliardo. I grandi soci storici dell'istituto, che attraverso l'imprenditore cartario Bruno Zago e la sua associazione Per Veneto Banca, avevano prospettato di poter investire fino a 600 milioni, ne avrebbero quindi in realtà scuciti solo una decina, pari quindi all'1 per cento. Una volta preso il controllo di Veneto Banca e risanata, Alante potrebbe procedere all'integrazione con Popolare Vicenza, per poi trovare un cavaliere bianco per entrambe.

MR

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