Economia

Bankitalia «taglia» il patto di Carige: in assemblea avrà solo il 9,9%

Mincione-Volpi-Spinelli non hanno l'ok a superare il 10 per cento

Si complica la scalata di Raffaele Mincione alla governance di Carige. In vista dell'assemblea di giovedì prossimo, la Banca d'Italia ha frenato la cordata del finanziere che resta comunque in gara contro l'azionista di controllo, Vittorio Malacalza salito in questi giorni a un passo dal 28% del capitale (il massimo autorizzato dalla Bce). La Vigilanza di Ignazio Visco ha congelato poco sotto il 10% i diritti di voto del patto di sindacato tra Mincione, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli che vincola invece il 15,2% dell'istituto ligure. Secondo via Nazionale i tre avrebbero dovuto chiedere l'autorizzazione a superare la doppia cifra: hanno 15 giorni per notificare la richiesta «accludendo la documentazione necessaria a dimostrare il possesso dei requisiti previsti» dalla normativa, che mira ad assicurare che chi acquista partecipazioni qualificate in una banca sia un soggetto affidabile, trasparente, solido e in grado di assicurare una prudente e sana gestione. Ma Mincione non sembra intenzionato a farlo. Ieri si è limitato a ribadire che la lista presentata attraverso la sua società lussemburghese POP 12 «rimane in corsa per il rinnovo del cda e potrà essere votata da tutti gli azionisti di minoranza».

Contro Mincione è pendente al Tribunale di Genova anche un ricorso d'urgenza presentato da Malacalza Investimenti che chiede di impedire che la lista degli avversari sia messa al voto dell'assemblea, ricorso motivato proprio con il fatto che il patto non disporrebbe dell'ok della Bce a superare il 10% del capitale. Una decisione verrà presa entro l'assemblea della prossima settimana forse già alla prima udienza fissata per oggi durante la quale si costituiranno in giudizio come convenuti Banca Carige, che ha scelto lo studio Lombardi Segni e Associati in qualità di advisor legale, e la Pop 12 di Mincione che sulla vicenda finora è stato assistito dall'avvocato Guido Alpa. L'orientamento del giudice sarà quindi decisivo, anche perché Mincione (che in caso di sentenza sfavorevole può comunque fare ricorso) pensa di poter contare sul voto di diversi fondi hedge che però potrebbero decidere di fare un passo indietro dopo la mossa di Bankitalia.

Chiunque prenderà le redini dell'istituto genovese dovrà comunque farlo in fretta: la Bce ha dato tempo a Carige fino al 30 novembre per presentare un piano che ripristini e assicuri in modo sostenibile l'osservanza dei requisiti patrimoniali al più tardi entro il 31 dicembre 2018. L'alternativa più temuta (anche dal governo che non vuole ritrovarsi con una nuova mina bancaria) è la risoluzione, ovvero il bail in per azionisti, obbligazionisti e correntisti.

CC

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