Economia

La Bce aumenta gli utili e stacca a Bankitalia assegno da 193 milioni

Ricco dividendo in base alla quota dell'Italia nel capitale Eurotower. Dal Qe ricchi profitti

La Bce aumenta gli utili e stacca a Bankitalia assegno da 193 milioni

È un mix vincente, garantito dall'acquisto di asset denominati in dollari e soprattutto dai titoli comprati sotto l'ombrello del quantitative easing, con anche una spruzzata di quei bond greci che fanno parte del vecchio Securities markets programme (Smp), il primo scudo anti-spread varato da Mario Draghi nel 2010. Un portafoglio che ha permesso alla Bce lo scorso anno di mettere a segno un utile di 1,575 miliardi di euro, 301 milioni in più rispetto al 2017. Profitti destinati a tramutarsi in ricca cedola per le banche centrali nazionali che compongono il capitale dell'Eurotower. Bankitalia incasserà quindi un dividendo pari a 193 milioni, contro i 157 dell'anno prima, sulla base del 12,3% di capital key tricolore.

In seguito al ricalcolo che viene effettuato ogni cinque anni sulla base di due parametri (andamento del Pil e popolazione), la percentuale di via Nazionale è però scesa ora all'11,8%, e quindi dall'anno prossimo Francoforte dovrebbe essere meno generosa nei confronti dell'istituto guidato da Ignazio Visco. Anche perché verranno verosimilmente a mancare i circa 820 milioni di profitti (+43% sul 2017 grazie allo shopping di obbligazioni e più alti rendimenti) garantiti dal Qe, finito nel dicembre scorso sul binario morto. Il piano di acquisti salva-euro, preannunciato da Draghi con l'ormai celeberrima frase «wathever it takes», ha gonfiato il bilancio della Bce fino a toccare i 4.700 miliardi, un ammontare tre volte più elevato di quello del periodo antecedente la Grande recessione, nonchè una cifra superiore al portafoglio della Fed, attualmente attorno ai 3.500 miliardi di euro.

Ora l'Eurotower si trova ad affrontare un percorso di normalizzazione della politica monetaria ostacolato dalla forte frenata congiunturale dell'eurozona. Draghi sta infatti per rimettere le mani nella «cassetta degli attrezzi» con la probabile riproposizione delle aste Tltro, argomento che, come risulta evidente dalle minute della riunione del 23-24 gennaio scorsi pubblicate ieri, è stato discusso dai governatori. «Sebbene una decisione a questo riguardo non dovrebbe essere presa con eccessiva fretta - si legge nei verbali - le analisi tecniche necessarie per preparare le opzioni di politica monetaria per future operazioni di liquidità dovrebbero procedere con rapidità».

Tuttavia, solo un nuovo round di quantitative easing, deciso per contrastare un'eventuale recessione, potrebbe garantire gli stessi numeri del bilancio 2018. Cifre a cui hanno contribuito anche i 127 milioni di profitti (in calo dai 154 dell'anno prima) realizzati grazie ai Sirtaki-bond, le obbligazioni greche acquistate nell'ambito del Smp. Ad Atene non andrà un centesimo di questi utili: solo i proventi da quantitative easing fanno parte del basket che compone il dividendo complessivo. E dal Qe il Paese ellenico è stato escluso, a causa del rating junk (spazzatura) che impedisce a Francoforte, che può possedere solo asset «investment grade», l'acquisto dei suoi titoli.

Un prezzo salato, così come quello pagato dalle banche europee che hanno dovuto versare 518 milioni all'Eurotower, 81 in più rispetto al 2017, per essere vigilate e sottoposte agli stress test. Molto inferiore, invece, l'aumento di stipendio accordato a Super Mario, la cui busta paga è salita da 396.900 a 401.

400 euro, quasi 50mila in meno rispetto alla retribuzione di Visco.

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