Economia

Benzina sempre più cara: in venti anni il prezzo è raddoppiato

In vent'anni il prezzo della benzina è aumentato del 170%. E la corsa non si arresta. Coldiretti: "Effetto a valanga sulla spesa"

Dopo aver sfondato la quota drammatica dei 2 euro al litro, proseguono i rialzi dei prezzi dei carburanti sulla rete nazionale "servita". Secondo il monitoraggio di Quotidiano Energia, infatti, sono ancora in aumento le medie dei prezzi e le punte: le prime registrano 1.928 euro al litro per la benzina e 1,810 per il diesel, mentre le seconde scontano l’ennesimo record territoriale della "verde" in alcune regioni del Centro Italia, dove gioca il fattore addizionali, con 2,019 euro a litro mentre il diesel staziona a 1,850. Secondo il conto nazionale effettuato dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasportie aggiornato al 2011, in vent'anni la spesa degli italiani per il mantenimento delle proprie auto è più che raddoppiata arrivando, nel 2010, a superare i 103 miliardi di euro. I carburanti bruciano, infatti, quasi la metà della spesa complessiva e il loro costo è aumentato del 170%.

È un salasso continuo. "A fronte di quotazioni internazionali dei prodotti in leggero ribasso per effetto cambio - spiega Quotidiano Energia - i prezzi praticati sono dunque in leggera salita sull’onda degli ultimi ritocchi dei prezzi raccomandati che oggi, però, risultano fermi". In particolare, c’è da constatare che nelle regioni ad accisa locale più elevata della media nazionale i prezzi della benzina "serviti" sono superiori ai 2 euro al litro per la maggior parte dei marchi negli impianti che non effettuano sconti o praticano prezzi ridotti unicamente nella modalità self. Non solo. Secondo alcuni analisti, è ipotizzabile che, qualora le quotazioni internazionali salgano a causa dell’instabilità dei mercati, la soglia dei 2 euro al litro potrebbe essere superata in maniera diffusa anche in altre regioni. Una possibilità che adrà a colpire nuovamente i portafogli degli italiani. Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti, il record del prezzo del pieno di benzina ha un effetto valanga sulla spesa delle famiglie in un Paese come l'Italia dove l'88% delle merci viaggia su strada. Il rincaro dei carburanti sommato all'aumento complessivo dei costi energetici per le bollette di luce e gas favorisce la ripresa dell'inflazione e mette a rischio la ripresa dell'economia.

A fronte dei continui aumenti sui carburanti, l'Adoc ha lanciato un appello all'Eni affinché non ponga fine agli sconti effettuati su benzina e diesel per tutta l'estate. "L'Eni non può andare in ferie, chiediamo che gli sconti sui carburanti continuino  fino a fine anno - dichiara il presidente dell'Adoc, Lamberto Santini - dando così un segnale forte al  Paese, alle famiglie, ai consumatori e alle imprese, garantendoli dai rialzi dei listini". I recenti aumenti dei carburanti (in media del 7,5% nelle ultime due settimane) hanno, infatti, inferto un duro colpo all'economia dei consumatori e dell'intero Paese. "Tra andata e ritorno dell’esodo estivo la differenza alla pompa è stata pari a circa 7 euro a pieno", spiega l'associazione dei consumatori facendo notare che, in questo modo, le famiglie italiane sono diventate le più colpite in Europa dai rincari della verde anche durante le vacanze. "La situazione nel settore non si è tranquillizzata, pertanto la promozione dovrebbe andare avanti, affinché i prezzi si calmierino, assestandosi - conclude Santini - per un anno di rifornimenti, si spendono circa 3.500 euro per automobilista, ben il 12% in più della media europea. Una situazione non più tollerabile, non più gestibile".

Secondo i dati contenuti nel documento del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, la spesa per l’esercizio e la manutenzione ordinaria delle auto è passata dai 47,283 miliardi del 1990 ai 103,714 miliardi del 2010, segnando un progresso del 119,3%. "Al netto degli interessi sul capitale investito - precisa l’analisi del ministero - le spese di esercizio delle auto per il 2010 ammonta a 93,934 miliardi, di cui circa il 44% è da attribuire alle spese per carburanti, quasi il 18% a spese per manutenzione ordinaria, circa il 17% a spese per assicurazioni, poco meno del 6% a tasse automobilistiche ed il restante 15% a spese per il ricovero, per pneumatici, lubrificanti e pedaggi autostradali". Nel giro di vent'anni il costo dei carburanti è aumentato del 169,9%: nel 2010 sono stati spesi per benzina e gasolio 41,156 miliardi di euro, contro i 15,246 miliardi del 1990, quando la spesa per carburanti costituiva solo circa un terzo della spesa complessiva per il mantenimento dell’automobile. Le spese per la manutenzione e riparazione ordinaria sono aumentate in vent'anni del 127,9%, mentre quelle per l’assicurazione Rc Auto addirittura del 202,5% (a 15,649 miliardi nel 2010). Quello che incide di meno sulla spesa degli automobilisti sono invece i lubrificanti, l’unica voce ad aver registrato in 20 anni una riduzione (1,120 miliardi nel 2010, dai 1,491 miliardi del 1990). Nel 2010 gli italiani hanno speso complessivamente per l’acquisto e l’esercizio delle autovetture circa 147,205 miliardi di euro: ai 103,714 miliardi per l’esercizio e la manutenzione ordinaria delle vetture, vanno infatti aggiunti i 34,576 miliardi spesi per l’acquisto di vetture nuove di fabbrica e gli 8,915 miliardi per la manutenzione straordinaria.

Negli ultimi vent’anni i costi per mantenere un’automobile hanno toccato il livello più alto nel 2008 (104,501 miliardi di euro), quando la benzina era a circa 1,5 euro e pesava per il 41% della spesa complessiva (43,179 miliardi).

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