Economia

Il blitz su Vitrociset mette le ali a Leonardo in Borsa

Titolo su del 7% dopo lo sgambetto a Fincantieri. Il governo invita al dialogo

Il blitz su Vitrociset mette le ali a Leonardo in Borsa

Leonardo Finmeccanica allunga il passo in Piazza Affari dove ieri ha messo a segno un rialzo del 7,17% attestandosi a 10,43 euro e risalendo dal minimo dell'anno di 8 euro toccato a fine giugno. L'azienda aerospaziale guidata da Alessandro Profumo ha annunciato a sorpresa venerdì scorso di volere esercitare il diritto di prelazione sull'acquisto del 98,54% di Vitrociset, società di servizi e soluzioni specialistiche per sistemi per i settori Difesa e Sicurezza, Spazio, Trasporti e Infrastrutture di cui già detiene l'1,46%. La mossa sfila Vitrociset a Fincantieri e Mer Mec, che si sono alleate proprio per realizzare l'operazione di acquisizione. Ora Leonardo potrebbe far entrare altri partner o potrebbe concedere al gruppo capitanato da Giuseppe Bono un'opzione per una quota di minoranza. L'obiettivo di Profumo è quello di evitare l'isolamento nel settore dell'elettronica per le navi militari come conseguenza dell'alleanza tra Fincantieri e i francesi di Naval Group. E al tempo stesso di espandere la sua divisione Servizi.

Trattandosi di due società partecipate dallo Stato, però, i due manager dovranno fare i conti con la politica. La decisione del cda di Leonardo su Vitrociset è stata presa all'unanimità: hanno dunque dato l'ok sia il rappresentante del Tesoro (Antonino Turicchi) sia il «maestro» del premier Conte (il professor Guido Alpa). Domenica scorsa al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il governo gialloverde ha mandato un segnale all'industria del settore per voce del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. «Ritengo sia fondamentale, nonché costruttivo, che le nostre aziende di Stato dialoghino e parlino in modo collaborativo, poiché solo in questo modo riusciremo a rafforzare ed integrare il sistema Italia nel mondo, vincendo la sfida della competitività e della concorrenza internazionale», ha detto il ministro. Ricordando che la filiera italiana dell'aerospazio, difesa e sicurezza macina 13,5 miliardi di fatturato, dietro soltanto a quella automobilistica. E dal momento che i maggiori gruppi, Finmeccanica e Fincantieri, sono a controllo statale, è bene che si parlino e collaborino. Presente ai lavori anche Giampiero Massolo, il presidente dell'azienda della cantieristica navale: «Riesamineremo la situazione, non abbiamo preclusioni.

Agiremo nell'interesse del Paese», ha detto Massolo.

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