Economia

Borse, crolla la Cina e trascina anche l'Europa

Shanghai fa registrare un -8,5%, il peggior risultato dal 2007. Spaventati i mercati del Vecchio continente

Borse, crolla la Cina e trascina anche l'Europa

Avvio pesante per le borse europee, che risentono del nuovo crollo dei listini cinesi, affossati dai timori sull’economia del colosso asiatico e sulla sostenibilità delle misure anti-bolla adottate dal governo di Pechino. Parigi e Francoforte cedono l’1,4%, Milano e Madrid l’1,2% mentre Londra contiene i ribassi allo 0,46%. Negativi anche i future su Wall Street mentre Hong Kong, alle battute finali, cede il 3,3%. In Germania è attesa la pubblicazione dell’indice Ifo di luglio.

La Borsa di Shanghai apre la settimana in forte calo, ai minimi dal 2007. L’indice Composite ha chiuso oggi in calo dell’8,48%, a 3725,56 punti, segnando la performance peggiore in una singola seduta degli ultimi otto anni. I titoli cinesi si sono mossi per tutta la giornata in territorio negativo: Shanghai aveva aperto la seduta pomeridiana in ribasso del 3% dopo la pubblicazione del dato della produzione industriale cinese per il mese di giugno, che ha segnato un calo dello 0,3% su base annua, in controtendenza rispetto al dato di maggio che registrava un avanzamento dello 0,6%su base annua.

Il crollo di oggi ha spazzato via il recupero delle borse prodotto dalle misure del governo cinese, alimentando interrogativi sulla possibilità di sostenere artificialmente i prezzi dei titoli in un contesto di crescita economica debole. A giugno i profitti industriali sono scesi dello 0,3%, a fronte di un rialzo dello 0,6% nel mese di maggio, mentre l’indice pmi manifatturiero, reso noto venerd, segnava una contrazione inattesa, ai minimi da 15 mesi. "Il tonfo di oggi è acqua gelata sulla fiducia degli investitori" ha commentato a Bloomberg Mari Oshidari, strategist di Okasan Securities a Hong Kong, e rivela che "il mercato è ancora troppo fragile senza il supporto del governo", i cui interventi hanno permesso a Shanghai di recuperare il 16% dal minimo segnato lo scorso 8 luglio.

Tra le misure adottate da Pechino, figurano lo stop alle contrattazioni di oltre 1.

400 società e alle nuove quotazioni, il divieto di vendita da parte di grandi azionisti e manager, restrizioni e inchieste a carico di chi vende allo scoperto, la creazione di un fondo da 19 miliardi di dollari da parte dell’Associazione dei brokers, l’allentamento dei vincoli, già molto laschi, per fare ricorso al debito nel trading.

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