Economia

Le Borse alla mercé di greggio e junk bond

Petrolio Wti sotto i 35 dollari e fuga dalle obbligazioni spazzatura di molte società. Milano (-2,4%) torna ai livelli di agosto. Tensione in vista della Fed

Le Borse alla mercé di greggio e junk bond

Non si placa la tempesta finanziaria che dalla scorsa settimana sta scuotendo i mercati. A poche ore dalla riunione in cui la Federal Reserve dovrà decidere se alzare i tassi per la prima volta dal 2006, anche ieri le Borse hanno vissuto una vera giornata di passione. Soprattutto quelle europee, appesantite da cali anche superiori al 2% (-2,42% Milano, scivolata ai minimi da agosto), mentre Wall Street (-0,11%. il Dow Jones a un'ora dalla chiusura) ha faticato a reggere importanti soglie psicologiche, come i 2mila punti dello Standard&Poor's 500.L'elemento destabilizzante resta il prezzo del petrolio, sprofondato durante la seduta sotto i 35 dollari il barile. Valori destinati a comprimere i margini di profitto delle compagnie nel migliore dei casi o, peggio, a mandarle gambe all'aria. È quanto accaduto alla texana Cubic Energy, specializzata in trivellazioni, che proprio ieri ha annunciato il ricorso alla bancarotta. Certo non una novità: negli Stati Uniti il 26% dei default quest'anno si è verificato nel settore oil, dove negli ultimi tre mesi le bancarotte sono triplicate. Ma c'è anche un altro fronte caldo a segnalare un allarme rosso acceso sul quadro di comando dei mercati. Ovvero, il continuo sell off che sta picchiando sui bond spazzatura, il segmento privilegiato fino a non molto tempo fa da chi era a caccia di rendimenti allettanti. La causa? Lo stato di salute di alcune società (in particolare proprio quelle energetiche) e di alcuni fondi. La settimana scorsa il gestore di fondi americano Third Avenue Management ha deciso di liquidare il suo fondo bandiera perché incapace di trovare la liquidità per onorare i riscatti degli investitori. Venerdì scorso è toccato all'hedge fund Stone Lion Capital Partners non accettare richieste di riscatti per un fondo da 400 milioni di dollari. E ieri, secondo indiscrezioni di Bloomberg, è stato il londinese Lucidus Capital Partners, specializzato in bond ad alto rendimento, ad avere liquidato il suo portafoglio dopo avere ricevuto un avviso di un riscatto «significativo». Un altro segnale di preoccupazione è dato dal fatto che l'indice relativo ai junk bond ha visto i rendimenti schizzare al 17%, un picco mai più raggiunto dopo il 2009.Insomma, la marcia di avvicinamento al cruciale meeting della Fed di domani si sta compiendo in modo ben poco sereno. Non si direbbe che i mercati abbiano metabolizzato il rialzo di un quarto di punto dei tassi: Bank of America segnalava, per esempio, che i suoi clienti hanno smobilizzato, la scorsa settimana, 1,3 miliardi di dollari da Wall Street. Se vorrà evitare fughe da massa dai mercati, Janet Yellen dovrà quindi porre molta attenzione a ciò che dirà domani in conferenza stampa.

Sia nella parte che riguarda le motivazioni della stretta, sia sul potenziale impatto deflazionistico derivante dal continuo raffreddamento delle quotazioni del greggio.

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