Economia

Bpm-Banco punta a 1 miliardo di utili

Castagna: «Pay out al 40%», ma le nozze costano 500 milioni. Ora occhi sugli equilibri di potere

Massimo Restelli

Costerà poco meno di mezzo miliardo (in termini di oneri di integrazione) il matrimonio tra Banco Popolare e Pier Francesco, che sarà celebrato entro fine anno dando vita al terzo gruppo creditizio del Paese dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit. La presentazione del piano di integrazione, presentato ieri dai rispettivi capi azienda Pier Francesco Saviotti e Giuseppe Castagna (che avrà le redini del nuovo gruppo) promette 1,1 miliardi di utili al 2019.

Positivo il verdetto della Borsa, dove Banco (+3% a 4,6 euro) e Bpm chiudono (1,1%) in rialzo pur sotto i massimi di seduta. Gli altri cardini, sempre al 2019, sono una solidità patrimoniale del 12,9% (Cet 1) e un rendimento del patrimonio netto tangibile (Rote) al 9 per cento. Confermate anche le indiscrezioni circolate nel fine settimana di 1.800 uscite volontarie, oltre a 800 addetti da riqualificare, mentre il numero delle filiali calerà dalle attuali 2.417 a 2.082: 335 sportelli in meno. Le sinergie attese sono 460 milioni: ieri sera Castagna ha illustrato il piano ai leader sindacali nazionali.

Nei prossimi tre anni il nuovo «Bancone» conta poi di liberarsi di un quarto dei crediti deteriorati (riducendoli da 31,5 a 23,9 miliardi con un'indice di copertura del 59% sulle sofferenze. Il target dei dividendi è un pay-out del 40%.

Dal punto di vista politico resta invece aperta la partita per la sopravvivenza di un presidio tutto targato «Bipiemme» sotto alla nuova holding: «L'operazione prevede sicuramente la possibilità di avere una Bpm Spa, che noi programmiamo, e non sarebbe altro che una rete commerciale. Se poi questo brand debba avere una personalità giuridica o meno lo decideremo nell'arco del piano», ha detto ieri Castagna ricordando che la Bce ha dato l'ok. La base di Piazza Meda resta, tuttavia, convinta che alla fine il progetto sarà ridimensionato.

Così come l'apertura dei singoli «cantieri» di fusione permetterà di toccare con mano l'effettiva forza e influenza delle due banche nel nuovo polo. Quanto alle controllate, Akros e Aletti dovrebbero comunque sopravvivere specializzandosi sui rispettivi core business. E Anima diventerà partner» del nuovo polo, ha Castagna,senza sbilanciarsi su una sua eventuale fusione con Aletti. Secondo alcune voci, a tendere Agos potrebbe invece essere sacrificata per Profamily. Quanto all'aumento di capitale da un miliardo imposto dalla Bce al Banco Popolare, Saviotti ha detto che, Consob permettendo, l'operazione si concluderà già a metà giugno.

In corso anche la ricerca del nome del novo polo: quello provvisorio è Bpm-Banco.

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