Economia

Burocrazia, tassa occulta da 6 miliardi: batosta per le pmi

Al sistema delle piccole e medie imprese italiane la burocrazia costa 26,5 miliardi di euro. Una "tassa occulta" che è aumentata di 3,4 miliardi di euro rispetto a poco più di un anno fa

Al sistema delle piccole e medie imprese italiane la burocrazia costa 26,5 miliardi di euro, in media 6mila euro per ogni pmi. Una "tassa occulta" che, secondo uno studio della Cgia di Mestre, è aumentata di 3,4 miliardi di euro (+14,7 per cento) rispetto a poco più di un anno fa.

"Nonostante le misure di semplificazione adottate in questi ultimi anni, l’inefficienza del sistema pubblico italiano continua a penalizzare le imprese attraverso un spaventoso aumento dei costi - afferma il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - non è un caso che gli investitori stranieri non vengano ad investire in Italia anche per la farraginosità del nostro sistema burocratico. Una legislazione spesso indecifrabile, l’incomunicabilità esistente tra gli uffici delle varie amministrazioni, la mancanza di trasparenza, l’incertezza dei tempi e un numero spropositato di adempimenti richiesti hanno generato un velo di sfiducia tra imprese private e Pubblica amministrazione che, nonostante gli sforzi fatti dal legislatore, non sarà facile rimuovere". Il settore che incide di più sui bilanci delle piccole e medie imprese è quello del lavoro e della previdenza: la tenuta dei libri paga, le comunicazioni legate alle assunzioni o alle cessazioni di lavoro, le denunce mensili dei dati retributivi e contributivi, l’ammontare delle retribuzioni e delle autoliquidazioni costano al sistema delle Pmi complessivamente 9,9 miliardi all’anno (6,9 miliardi in capo al lavoro, 3 miliardi riconducibili alla previdenza e all’assistenza).

La sicurezza nei luoghi di lavoro pesa sul sistema imprenditoriale per un importo complessivo pari a 4,6 miliardi di euro. La valutazione dei rischi, il piano operativo di sicurezza, la formazione obbligatoria del titolare e dei dipendenti sono solo alcune delle voci che compongono i costi di questo settore. L’area ambientale, invece, pesa sul sistema delle pmi per 3,4 miliardi di euro l’anno. Le autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, la documentazione per l’impatto acustico, la tenuta dei registri dei rifiuti e le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera sono le voci che determinano la gran parte degli oneri di questa sezione. Di rispetto anche il costo amministrativo che le aziende devono «sopportare» per far fronte agli adempimenti in materia fiscale. Le dichiarazioni dei sostituti di imposta, le comunicazioni periodiche ed annuali Iva, etc, costano complessivamente 2,7 miliardi di euro. Gli altri settori che incidono sui costi amministrativi delle pmi sono la privacy (2,6 miliardi di euro), la prevenzione incendi (1,4 miliardi di euro), gli appalti (1,2 miliardi di euro) e la tutela del paesaggio e dei beni culturali (0,6 miliardi di euro). "Se teniamo conto - conclude Bortolussi - che il carico fiscale sugli utili di una impresa italiana ha raggiunto il 68,6%, contro una media presente in Germania del 48,2%, c’è da chiedersi come facciano i nostri imprenditori a reggere ancora il confronto. Per questo bisogna dire basta ad un fisco opprimente e ad una burocrazia ottusa.

Lavorare in queste condizioni costringe gli imprenditori italiani a trasformarsi quotidianamente in piccoli eroi: questo non deve più accadere".

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