Economia

Cairo fa due mosse per rivoluzionare La7

Offerta per le frequenze tv e alleanza con Ei Towers (Mediaset) che fornirà i ripetitori. Possibile il lancio di altri canali o l'affitto della banda in eccesso

Cairo fa due mosse per rivoluzionare La7

Qualche giorno prima della scadenza dei termini dell'asta per le frequenze tv, Urbano Cairo era uscito alla scoperto: «Un multiplex occupa circa 22 megahertz, noi ne utilizziamo circa un terzo e il resto potremmo affittarlo ad altri o lanciare nuovi canali». Una strategia chiara e lineare. Ancor più trasparente nei suoi obiettivi dopo che ieri Cairo Communications ha presentato al ministero dello Sviluppo economico un'offerta vincolante, tramite la controllata Cairo Network, per aggiudicarsi la gestione ventennale di uno dei tre lotti (il cosiddetto L3, che copre il 96,6% della popolazione) di frequenze messi all'asta dallo Stato. Gara in solitaria, peraltro, visto che competitor come Mediaset, Rai e Telecom Italia Media Broadcasting (Timb) ne erano esclusi in quanto già possessori di più di tre multiplex. La base d'asta è di 31,6 milioni di euro, uno sforzo finanziario cui il gruppo può far fronte senza ripercussioni sul business plan: a disposizione c'è, infatti, il tesoretto di 88 milioni creato da Telecom all'atto della cessione della tv al patron del Toro.

Anche se i dettagli economici dell'operazione saranno resi noti il prossimo 25 giugno, l'esito appare scontato. Al punto che l'editore di La7 ha già predisposto il secondo anello necessario per la realizzazione di una nuova rete televisiva nazionale. Come? Saldando in un patto Cairo Network a Ei Towers (Eit), società controllata per il 40% da Mediaset, che sarà chiamata a fornire un servizio «chiavi in mano» per l'allestimento e la gestione della rete. È un'intesa valida fino al 2034, su cui Cairo ha però facoltà di recesso dal 2025. Un'alleanza a doppio timing. Una prima fase, dal 2015 al 2017, prevede che Cairo paghi alla società del Biscione 14 milioni complessivi; dal 2018 i milioni saliranno a 18,3. Qualora la banda non sia completamente riempita, Ei Towers dovrà restituire un massimo di 4 milioni. Eit prevede, inoltre, d'investire fino a 18 milioni tra il 2015 e il 2016, comprensivi dell'acquisto dei trasmettitori.

Il patto apre scenari interessanti nel settore televisivo. A cominciare dalle future sinergie. Con l'acquisto delle frequenze, Cairo diventa, di fatto, un operatore strutturale. Il primo passo potrebbe essere quindi lo sganciamento da Timb, che finora ha affittato a La7 i suoi ripetitori. Non solo. Cairo potrebbe decidere di allargare la propria offerta aprendo nuovi canali, oppure «aprire» le frequenze in surplus ad altri operatori. Un'ipotesi non inverosimile, se si considera la sete di banda esistente. Una sete che anche Mediaset potrebbe aver bisogno di soddisfare in un prossimo futuro.

Prospettive che alla Borsa sono apparse interessanti (+3,21% il titolo Cairo Communication).

Un po' meno al cdr di La7 che ha chiesto un incontro urgente con l'editore per un confronto sul piano industriale-editoriale.

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