Economia

Carige crolla in Borsa: -6%. Caccia al cavaliere bianco

Riunione del cda dopo il vertice a Francoforte Gli analisti: «L'unica soluzione è il maxi-bond»

Carige crolla in Borsa: -6%. Caccia al cavaliere bianco

Carige affonda in Borsa nel giorno del cda sotto la scure di Fitch che mercoledì ha tagliato il rating e lanciato l'allarme rosso sulla banca, a un passo dal default. Il titolo dell'istituto ligure in prima battuta non ha aperto, ha navigato in acque tempestose per l'intera seduta arrivando a perdere più del 10% per poi archiviare la giornata con un -6,12% a 0,0046 euro, ritoccando ancora una volta i minimi storici a 0,0046 euro. Solo un anno fa il gruppo aveva fatto un aumento di capitale da 560 milioni, ora in Borsa ne vale meno di 273.

Il cda che si è riunito ieri è servito per valutare la cessione di 380 milioni di crediti incagliati al fondo di private equity statunitense, Bain Capital, ma soprattutto per fare un punto sull'incontro avuto mercoledì a Francoforte con i funzionari della Vigilanza della Bce. A cominciare dalla ricerca di un «promesso sposo» per evitare di chiedere altri soldi al mercato.

Una soluzione va trovata entro la fine di novembre. Altrimenti il gruppo genovese rischia di diventare la prima «vittima» dello spread e quindi un nuovo «Vietnam» bancario per l'attuale governo che già controlla, attraverso il Tesoro, il Monte dei Paschi (ieri il titolo in Borsa ha ceduto un altro 3,8%). L'attuale livello di rating raggiunto da Carige con il taglio di mercoledì richiama quanto avvenuto alla «pagella» della Popolare di Vicenza a pochi mesi dalla liquidazione coatta delle banche venete (Popolare Vicenza e Veneto Banca) avvenuta nella primavera-estate 2017: a marzo Fitch tagliò il giudizio della Vicenza portandolo a «CCC» (quindi al di sotto dell'attuale CCC+ di Carige) a «CC».

Secondo gli analisti, alla banca serve un bond subordinato che «appare oggi piuttosto difficile in un mercato in cui le condizioni generali per le banche italiane sono cambiate», scrivono gli esperti di Akros. Ricordando, però, che Fitch non ha inserito nei calcoli i miglioramenti nella governance e nel sostegno finanziario dei soci, in primis Vittorio Malacalza, azionista di riferimento della banca. A oggi Malacalza ha anticipato che intende sostenere l'emissione di un bond subordinato da 200 milioni di euro, senza però specificare quanto intende rilevare. Carige ha poi spiegato al mercato che i vertici - l'ad Fabio Innocenzi e il presidente Pietro Modiano - durante la riunione a Francoforte hanno affrontato il tema di possibili alleanze con altri soggetti finanziari. Aprendo, dunque, la porta alle richieste della Bce cui ha fatto finora resistenza la famiglia Malacalza.

Chi porterà Carige all'altare ancora non si sa. Come ha anticipato il Giornale a fine settembre, una delle ipotesi più suggestive è che ad accompagnarla lungo il viaggio potrebbe essere Mps.

Per poi allargare l'unione delle due «cenerentole» del sistema bancario, adeguatamente ripulite da sofferenze e incagli, a un terzo partner dalle spalle più larghe che faccia da polo aggregante.

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