Economia

Carige, il patto in ordine sparso

Gli azionisti sconfitti in assemblea. Solo Mincione ha chiesto l'autorizzazione a Bankitalia. Volpi rinuncia

Carige, il patto in ordine sparso

L'ex patto costituito nel capitale di Carige dal finanziere Raffaele Mincione va in ordine sparso sulle richieste della Vigilanza italiana ed europea. Lo scorso 13 settembre la Banca d'Italia, in accordo con la Bce, aveva infatti bloccato l'esercizio dei diritti di voto al 9,9% per il patto relativo a Carige costituito dalle società di Mincione, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli, chiedendo che i tre presentassero una domanda di autorizzazione per essere saliti complessivamente sopra il 10% nel capitale della banca. Le tre società, che raccoglievano insieme il 15,2%, avevano stipulato un patto di voto limitato esclusivamente alla sfida in assemblea del 20 settembre sul rinnovo del cda (poi vinta dalla cordata avversaria della famiglia Malacalza) ma via Nazionale aveva stoppato tale intesa a una settimana dalla riunione dei soci e chiesto ai pattisti di presentare regolare istanza di autorizzazione entro 15 giorni. Aggiungendo che la mancata presentazione avrebbe fatto scattare il procedimento amministrativo di ufficio.

Ebbene, secondo l'agenzia Radiocor, la Pop12 di Raffaele Mincione (cui fa capo il 5,4% dell'istituto ligure) ha presentato la domanda nei tempi previsti mentre Compania Financiera Lonestar, che fa capo a Volpi e detiene il 9%, non ha predisposto la documentazione (motivando comunque le ragioni di questa scelta a via Nazionale). Resta da capire la posizione presa dalla Spininvest della famiglia Spinelli (che possiede circa il 2% ma aderiva al patto con lo 0,7%). Nel frattempo, la Procura di Genova ha acceso un faro sul libro soci della recente assemblea. Nel dettaglio, sono emersi una quantità di nuovi azionisti con posizioni di rilievo che mai si erano visti, come una pizzeria di Livorno e a un commercialista di Lodi cui sono riferibili quote comprese fra l'1 e il 2%. Il prossimo cda di Carige è convocato per il 23 ottobre.

Sul tavolo, il bond subordinato da 200 milioni.

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