Economia

Carige rischia un altro aumento con gli esami Bce

Ma l'ad Paolo Fiorentino lo esclude. E Malacalza si prenota anche per l'inoptato

Carige rischia un altro aumento con gli esami Bce

«Il mercato italiano va verso un secondo festival di aggregazioni. Il mio obiettivo è mettere in condizione gli azionisti di sedersi al tavolo con il vestito pulito e il makeup rifatto». L'ad di Carige, Paolo Fiorentino, pensa già a cosa succederà all'istituto dopo l'aumento di capitale che «è blindato», ha detto presentando l'operazione varata ieri sul mercato. Le spese per la ricapitalizzazione, incluse le commissioni per le banche del consorzio, sfiorano i 52 milioni.

Nel prospetto informativo Carige avverte che le nuove regole europee Srep - sui requisiti minimi che le banche devono avere - espongono l'istituto al rischio di «ulteriori iniziative di rafforzamento patrimoniale» del gruppo che resta sotto esame della Bce con tre ispezioni ancora in corso della Vigilanza Ue. Ma Fiorentino esclude la necessità di un aumento di capitale addizionale.

Intanto, in Borsa, i titoli Carige hanno perso il 6,61%. In profondo rosso anche i diritti, con un calo del 41,04%. Sono passate di mano oltre 1,6 miliardi di azioni, pari al 59% del capitale dell'istituto. L'aumento di capitale, ricordiamolo, offre agli azionisti l'opzione di sottoscrivere 60 nuove azioni a 0,01 euro l'una per ogni titolo posseduto. Sui 560 milioni necessari per il rafforzamento patrimoniale, 360 milioni sono garantiti da soci e contratti. In particolare, Malalcalza Investimenti, oltre a impegnarsi a sottoscrivere la sua quota del 17,587%, ha siglato un accordo per garantire eventuale inoptato fino a 69,5 milioni. Inoltre, i principali soci di Carige si sono complessivamente impegnati a sottoscrivere 128,47 milioni dell'aumento. Per coprire i restanti 369,5 milioni ci sono in essere contratti ulteriori relativi a 234,4 milioni: di questi 69,5 milioni verrebbero appunto coperti dai Malacalza e 130 dagli investitori che hanno sottoscritto accordi di garanzia di prima allocazione con Equita Sim. La parte non coperta dell'aumento è quindi di 135 milioni. Andando a vedere gli impegni già presi, in caso di inoptato ammontano a 100 milioni quelli del Credito Fondiario, Sga e dell'investitore che acquisirà la controllata Creditis, a cui vanno aggiunti i 20 milioni messi sul piatto dall'azionista Gabriele Volpi per salire dal 6 al 9,99%. Altri 35 milioni arriveranno eventualmente da Algebris (10 milioni) e Banca Ifis.

A questi 295 milioni complessivi si sommano i 65 milioni in arrivo dalla conversione dei bond (35 da Intesa Vita, che dovrebbe convertire interamente, 20 da Unipol e 10 da Generali).

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