Economia

In casa Fca accelerano le vendite «premium»

Uliano (Fim): «È la dimostrazione che avevamo ragione noi, contro l'ideologia della Fiom»

Pierluigi Bonora

Nel 2016 la produzione di automobili e veicoli commerciali in Italia supererà il milione di unità. La stima è di Fim-Cisl e tiene conto delle rilevazioni del primo trimestre dell'anno, periodo nel quale, oltre a crescere, aumenta anche la produzione di vetture appartenenti alla fascia alta (dal 20% del 2012 all'attuale 62%). Questi modelli hanno il vantaggio di assicurare una maggior redditività; inoltre portano effetti positivi sull'occupazione, con il conseguente forte ridimensionamento delle ore non lavorate (la cassa integrazione è scesa dal 40% al 12% degli occupati nel 2015) mentre i giovani neo assunti stabilmente sono stati quasi 3.000.

A fare il punto, in coincidenza con i lanci di Fca di Maserati Levante e Alfa Romeo Giulia, è Ferdinando Uliano, segretario nazionale di Fim-Cisl. Il sindacato dei metalmeccanici, in una nota, rivendica il proprio ruolo decisivo nel momento in cui, nel 2012, insieme alle altre sigle (Uilm, Fismic, Ugl) ha condiviso il piano industriale di Fca che l'ad Sergio Marchionne ha poi confermato, a Detroit, nel maggio del 2014. Da qui la progressiva crescita del peso del settore automotive nella produzione industriale complessiva del Paese: +12,9% e 118mila vetture sfornate nei primi due mesi dell'anno, oltre la metà delle quali destinate ai mercati esteri. Inoltre, Il 60% delle auto di Fca immatricolate tra gennaio e febbraio è di produzione domestica, con un incremento tendenziale - precisa l'Anfia - del 35,5%.

«Tale svolta - afferma Uliano, rivolgendosi al premier Matteo Renzi e indirettamente al leader Fiom, Maurizio Landini - è stata possibile per le scelte che ha compiuto un sindacato come Fim-Cisl. Gli accordi sottoscritti, inizialmente contrastati da molti signor no, hanno obbligato Fca a investire in Italia a beneficio dell'occupazione. Se avessimo seguito le posizioni ideologiche della FIom di Landini, oggi sarebbero stati cancellati migliaia di posti di lavoro». Pomigliano e Mirafiori, secondo Fim-Cisl, sono ora le priorità in vista della piena occupazione, entro il 2018, come affermato in questi giorni da Marchionne, del polo produttivo italiano. Per i due siti si attende l'assegnazione di nuovi modelli.

Complessivamente, al 31 marzo scorso, a lavorare nelle fabbriche italiane di Fca, inclusa Ferrari anche se ora fuori dal perimetro del Lingotto, erano 28.612 persone. A Melfi, in Basilicata, dove nascono Jeep Renegade e Fiat 500X, è concentrato il maggior numero di occupati: 7.423. In crescita anche Cassino (4.098 le tute grigiorosse) dove viene prodotta la Giulia e inizierà, da fine anno, la realizzazione del primo Suv del Biscione, Stelvio. Proprio l'impianto in provincia di Frosinone, che assembla anche l'Alfa Romeo Giulietta, era ormai al minimo dei giri: 79..050 nel 2013 (ma si costruivano anche Fiat Bravo e Lancia Delta), 51.000 nel 2014 è solo 45.668 lo scorso anno. Ora, una volta a regime Giulia (100.

000 unità stimate), che si aggiunge alla rinnovata Giulietta, l'atteso balzo.

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