Economia

Cassa Depositi in campo sul dossier Telecom

Oggi il tema della rete all'esame del cda. Attesa per un'altra comunicazione di Elliot al mercato

Cassa Depositi in campo sul dossier Telecom

Sul dossier Tim scende in campo anche Cassa depositi. Il braccio finanziario del Tesoro porta la questione sul tavolo del Consiglio di amministrazione di oggi. Al centro della discussione ci sarà il futuro della rete, argomento che a Cdp sta a cuore visto il ruolo giocato in Open Fiber. Intanto continua lo scontro a distanza tra Vivendi e Elliott in attesa del cda Telecom di lunedì prossimo. Oggi il fondo attivista dovrebbe rilasciare un comunicato per spiegare la sua strategia industriale per aumentare il valore di Tim e respingere le accuse di Vivendi. Ieri in serata Tim ha ribadito in un comunicato che l'assemblea dei soci in agenda il 4 maggio (assise che Elliott ritiene inutile, in quanto già il 24 aprile ci sarà il rinnovo del board) si farà e ha invitato gli azionisti interessati a presentare le liste per il cda entro lunedì, 9 aprile. La strada per prendere il controllo di Tim appare in salita per il fondo di Paul Singer, visto che non sono previsti accordi con Assogestioni per la presentazione di una lista unitaria. L'associazione dei fondi italiani, impossibilitata per statuto a presentare una lista di maggioranza, sarebbe infatti orientata a proporre una lista di minoranza, disperdendo il voto dei fondi su due liste.

Quanto al fronte di Vincent Bolloré, Vivendi ha affidato la sua difesa all'ad di Tim Amos Genish. Che è addirittura arrivato a sollecitare un eventuale esame dell'Antitrust sull'accordo per i contenuti siglato da Mediaset e Sky Italia. Non è chiaro tuttavia quale sia il vero intento di Genish, visto che l'accordo tra il Biscione e Sky è unicamente di natura commerciale, e oltretutto lascia fuori i canali riservati al calcio.

Ieri Mediaset ha infatti confermato l'intenzione di partecipare al bando che sta preparando Mediapro, con cui c'è stato un incontro, per i diritti del campionato di Serie A. Il boccone più ghiotto per una pay tv. Tanto che anche Genish ha detto che Tim Vision, ossia la società che si occupa dei contenuti trasmessi ai clienti a banda ultralarga dell'ex-monopolista, è interessata ai diritti sul calcio. Anzi proprio l'interesse di Tim Vision, anche nell'eventualità che Mediaset e Sky decidano di completare la seconda parte del riassetto con il passaggio delle strutture commerciali della pay tv Premium a Rupert Murdoch, potrebbe far allentare i cordoni dell'Autorità per la concorrenza.

Il web ha certamente mutato il vecchio schema che obbliga a dividere i contenuti più pregiati (come appunto il calcio) tra due pay tv come sono Sky, per il satellite e Mediaset sul digitale terrestre. Quanto alla rete se dovesse avvenire la fusione tra quella di Tim e quella di Open Fiber tra i clienti ci sarebbe anche Sky, che ha appena firmato un accordo con la società infrastrutturale che fa capo a Enel e Cdp. Genish ha però detto che un'eventuale fusione non potrà certo essere alla pari: «Noi abbiamo 4,6 miliardi ricavi, loro risultano aver fatto 90 milioni nel 2017.

Ma non siamo contrari a un merger».

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