Economia

Cdp rischia di inciampare sul mattone

Cassa studia una holding ad hoc e nuovi fondi. Ma in pancia restano gli asset critici

Cdp rischia di inciampare sul mattone

«L'immobiliare in Italia è come un grande negozio in disordine, con opportunità interessanti per gli investitori ma alla fine poco attraente per lo stato in cui si trova». Aveva esordito così, a gennaio dell'anno scorso, Aldo Mazzocco nella sua prima uscita pubblica da presidente di Cdp Immobiliare, controllata di Cassa Depositi e Prestiti. L'ex numero uno di Beni Stabili deve gestire la valorizzazione dei beni pubblici ereditati in gran parte da Fintecna. Con le sue diverse attività dedicate al mattone, la Cassa è arrivata a gestire oltre 2,7 milioni di metri quadrati per un totale di oltre 4 miliardi di patrimonio. Nei mesi scorsi è stato affidato un incarico ai consulenti di Value Partners per elaborare una ridefinizione della presenza della Cdp nel real estate, che dovrà concentrarsi su «smart housing», hotel e turismo, e gli edifici della pubblica amministrazione. L'obiettivo è spostare la maggior parte del mattone oggi in portafoglio a Cdp Immobiliare nella sgr di Cdp. La Cassa guidata dal tandem Claudio Costamagna Fabio Gallia pensa di creare tre fondi a reddito, operativi in ciascun segmento, che in prospettiva potrebbero prevedere l'apertura a investitori istituzionali, e due fondi di sviluppo.

In Cdp Immobiliare, si legge nei verbali di uno degli ultimi cda, resteranno invece gli asset «maggiormente problematici» che non potranno essere immediatamente trasferiti ai fondi di investimento della Cdp Investimenti sgr, presso la quale si prevede di accentrare lo sviluppo dell'attività real estate di gruppo. A fine settembre si è conclusa l'analisi del rischio che aveva evidenziato per Cdp Immobiliare «la sussistenza di numerose e importanti aree di rischio».

I casi «critici» supererebbero la dozzina. A Cervia, la Pentagramma Romagna, partecipata da Cdp Immobiliare, avrebbe dovuto costruire un grattacielo in riva al mare al posto delle casette dei Monopoli di Stato ma a ottobre è finita in liquidazione dopo aver chiuso il bilancio 2015 con una perdita di 20,2 milioni (e 42,3 milioni di debiti di cui 40,1 milioni verso le banche) con sommo dispiacere delle coop rosse riunite nel Consorzio Cooperative Costruzioni, socio al 50%. A Modena l'ambizioso progetto della Manifattura Tabacchi ha rischiato di implodere tra debiti e vendite ferme al palo: ora Cdp, incalzata dal sindaco, ha promesso di definire un nuovo piano industriale per riprendere le vendite dei 70 appartamenti (la maggior parte ancora vuoti). Problemi anche a Roma con il Progetto Alfiere, il recupero delle Torri dell'Eur soprannominate «Beirut» perché ai palazzoni mancano le finestre. Telecom Italia ha comprato il 50% della società per costruirci il quartier generale della Tim ma il 29 luglio 2016 la giunta Raggi aveva bloccato il permesso a costruire. Il Tar ha poi dato ragione alla Alfiere Spa, partecipata al 50% da Cdp Immobiliare e per l'altra metà da Telecom, nella querelle con il Campidoglio. La società potrà continuare ad effettuare il restauro conservativo dei palazzi ma nel frattempo l'ad di Telecom, Flavio Cattaneo, ha deciso di uscire dall'affare.

Nella riorganizzazione del business del mattone, l'obiettivo di Cdp sarebbe anche quello di creare una holding sotto il cui ombrello finirebbero le società immobiliari e a presiederla potrebbe essere chiamato l'ex sindaco di Torino nonchè ex presidente dell'Anci, Piero Fassino, che oggi siede nel governo societario di Cdp come consigliere per la Gestione Separata in quota Anci. Ora che non è più a capo dell'associazione dei Comuni, l'esponente del Pd potrebbe dunque perdere questa poltrona ma occuparne subito un'altra. Mettendo a frutto i suoi contatti visto che gran parte dei dipendenti di Cdp Immobiliare saranno impegnati anche nella consulenza immobiliare alle amministrazioni comunali.

Nel frattempo, l'ultima assemblea di Cdp Immobiliare ha nominato come nuovo consigliere al posto di Giovanni Maria Paviera (dimessosi a settembre), Salvatore Sardo, ex top manager di Telecom, Enel e dell'Eni oltre ad essere stato anche presidente di Snam e Seat.

Una poltrona pesante: i soci di Cdp Immobiliare hanno affidato a lui e al presidente Mazzocco le deleghe operative per la gestione della società.

Commenti