Economia

La Cina frena ancora Occhi puntati sulla Bce

Crescita del Pil (+6,9%) mai così bassa dal 2009, ma superiore alle previsioni. Resistono le Borse

La crescita cinese sotto il 7% non fa tremare i listini europei che hanno vissuto ieri una giornata in parziale rialzo in attesa dell'appuntamento con la Bce di giovedì prossimo. «Tutti gli occhi sulla Bce» - hanno sottolineato gli analisti di Bank of America Merrill Lynch convinti che stiano maturando le condizioni per una «fase 2» del quantitative easing, magari a dicembre, vista la debolezza dell'inflazione e l'andamento fiacco del manifatturiero. Quanto alla Cina la rilevazione del Pil calato sotto il 7% per la prima volta dalla crisi finanziaria, anche a causa di un rallentamento degli investimenti, aumenta la pressione su Pechino per un ulteriore taglio dei tassi di interesse. Il dato (+6,9%) è però migliore rispetto alle attese degli analisti, che avevano fatto stime tra il 6,7 e il 6,8%. I dati rilasciati ieri sono comunque i peggiori dal primo trimestre 2009, quando si attestò al 6,2%. Lievemente meglio del consensus, con un incremento annuo di 10,9% dal 10,8% delle attese e di agosto, anche le vendite al dettaglio di settembre. Delude invece decisamente, sempre nel mese di settembre e sempre su base tendenziale, la dinamica della produzione industriale: da un incremento di 6,1% ad agosto si è passati a 5,7%, a fronte di aspettative pari a 6%. La frenata della produzione in Cina ha portato a un nuovo calo nei prezzi delle materie prime come il rame, Pechino è il primo importatore al mondo, o delle azioni del settore minerario dopo il rimbalzo delle ultime settimana. In calo ovviamente anche il petrolio che arretra dell'1% a 46,78 dollari al barile a New York. I mercati finanziari hanno comunque avviato le contrattazioni con sollievo scommettendo su auto, tecnologici, bancari e chimica ma la debolezza del comparto minerario, petrolifero e bancario dopo la trimestrale peggiore delle attese di Morgan Stanley ha condizionato la giornata borsistica che ha chiuso in maniera più incerta rispetto all'avvio. In rosso sono finite Londra -0,4%, dove il minerario pesa parecchio e Madrid -0,22% Parigi invariata mentre Milano +0,37% e Francoforte +0,66% riescono a conservare i guadagni. Secondo gli analisti di Barclays c'è spazio per un ulteriore recupero nell'ultima parte dell'anno per le Borse continentali.

Gli occhi sono puntati sul consiglio della Bce di giovedì per capire se, come in molti si aspettano, deciderà di ampliare il proprio piano di quantitative easing alla luce di una dinamica dei prezzi che si conferma debole (-0,1% l'inflazione nell'area euro a settembre) e di un contesto macroeconomico incerto a livello globale che potrebbe spingere la Fed a rinviare la stretta monetaria.

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