Economia

Cinque anni di rincari sulle addizionali Iperf: mannaia su stipendi e pensioni

L'incremento è dipeso, in larga misura, dalle disposizioni introdotte da Monti con il decreto "Salva Italia"

Cinque anni di rincari sulle addizionali Iperf: mannaia su stipendi e pensioni

Pensioni e buste paga falcidiati dai continui rincari. A pesare maggiormente sono stati gli aumento delle addizionali comunali e regionali Irpef che, negli ultimi cinque anni, hanno risentito di rincari da capogiro. Come si evince dallo studio redatto dalla Cgia di Mestre, queste addizionali hanno subito una vera e propria impennata: l'aumento medio è stato di oltre il 30%. "Salvo rare eccezioni - denuncia il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - negli ultimi anni le addizionali comunali e regionali Irpef hanno subito dei significativi ritocchi all'insù, sia per compensare i tagli dei trasferimenti statali, sia per fronteggiare gli effetti della crisi che hanno messo a dura prova i bilanci delle Regioni e degli enti locali". Il risultato? "Gli italiani - ha continuato - si sono ritrovati con i portafogli più leggeri".

Tra il 2010 e il 2014 un pensionato, che incassa un assegno di mille euro al mese, ha subito un aggravio medio di 85 euro. Si tratta, quindi, di un aggradi del 34%. A livello territoriale l'aumento massimo si è registrato a Catanzaro dove la Cgia di Mestre ha registrato un aumento di 149 euro con una variazione al rialzo del 49%. "Un operaio con uno stipendio mensile netto pari a poco più di 1.280 euro - si legge nel report degli artigiani di Mestre - ha visto aumentare in questi ultimi cinque anni il carico fiscale di 121 euro". A Venezia l`incremento è stato pesantissimo: 237 euro (+126%). Un impiegato, che incassa uno stipendio di quasi duemila euro al mese, ha versato 189 euro in più, pari ad un aumento del 30%. A Napoli e Catanzaro si sono registrati gli incrementi più significativi: 335 euro (pari al +49%). Un quadro con uno stipendio mensile di tremila euro al mese, ha subito, invece, un aggravio di 324 euro. A livello territoriale nei Comuni di Napoli e di Catanzaro si sono verificati gli incrementi più significativi: 549 euro (+49%).

Per cercare di quantificarne il peso e comprendere come si è evoluto il fenomeno, l'ufficio studi della Cgia ha calcolato gli aumenti delle addizionali Irpef avvenuti in questi ultimi anni sia a livello regionale che comunale. In questo ultimo caso sono stati analizzati i trend dei Comuni capoluogo di regione. L'incremento del prelievo registrato è dipeso, in larga misura, dalle disposizioni introdotte dall'ex premier Mario Monti con il decreto "Salva Italia" che ha elevato le aliquote per tutte le Regioni. Così, dall'anno di imposta 2012, l'addizionale Irpef regionale è aumentata dello 0,33%. Tuttavia, la situazione a livello territoriale varia da Regione a Regione. Nel 2013, ad esempio, la Calabria, la Campania e il Molise hanno applicato l'aliquota Irpef al 2,03%. Un livello di prelievo obbligato in virtù del fatto che la normativa dispone che le Regioni che presentano un disavanzo sanitario e non hanno rispettato i piani di rientro sono costrette a subire un incremento dell'aliquota di ulteriori 0,3 punti percentuali. In Abruzzo, Lazio e Sicilia, l'aliquota dell`addizionale regionale Irpef è all'1,73%. Le Regioni in cui l'aliquota si attesta al livello base (1,23%) sono la Basilicata, il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Valle d'Aosta, il Veneto e le due provincie autonome di Trento e Bolzano. In tutte le altre Regioni il prelievo varia a seconda dei livelli di reddito.

Per quanto concerne le addizionali comunali Irpef, le scelte dei Comuni sono state tendenzialmente al rialzo con l'unica eccezione di Firenze che ha diminuito il prelievo. Sono ben undici i Comuni capoluogo di Regione che nell'arco temporale da noi considerato hanno aumentato le aliquote. Nel 2013, dodici Comuni hanno applicato l'addizionale comunale Irpef al livello massimo dello 0,8%, tra questi, tre l'hanno aumentato nell'ultimo anno (Venezia, Perugia e Napoli). "Nei prossimi anni - conclude Bortolussi - l'autonomia tributaria delle Regioni è destinata ad aumentare ulteriormente". Il decreto legislativo in materia di federalismo regionale dà, infatti, la possibilità ai governatori di aumentare l'aliquota base dell'addizionale regionale di 1,1 punti percentuali a partire dal 2014 e di 2,1 punti percentuali a partire dal 2015.

"Tale facoltà - ha concluso Bortolussi - sebbene limitata ai redditi superiori al primo scaglione di reddito Irpef (pari a 15mila euro) per i quali rimane il limite di maggiorazione di 0,5 punti percentuali, potrà dar luogo ad un ulteriore incremento delle addizionali, con il corrispondente alleggerimento di pensioni e buste paga".

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