Economia

Confindustria: sì alla scossa, no a una nuova manovra

La ricetta degli industriali: ripartire dagli investimenti, semplificare la tassazione sul reddito, sbloccare il credito e sfruttare i fondi europei

Confindustria: sì alla scossa, no a una nuova manovra

Ancora notizie negative sul fronte dell'economia. Il Centro Studi della Confindustria rivede al ribasso le previsioni per il biennio 2014-2015: il Pil italiano salirà dello 0,2% quest’anno e dell’1% nel 2015. Secondo il Rapporto previsionale presentato oggi, l’incremento del biennio compensa solo in piccola parte la caduta nei due anni precedenti (-4,3% cumulato, -2,4% nel 2012 e -1,9% nel 2013). "Il recupero sarà lento e soggetto a rischi al ribasso" conclude il Centro Studi confindustriale. Per il 2014 Confindustria rivede al ribasso la stima elaborata in dicembre che stimava un incremento del Pil pari allo 0,7% a causa deltrascinamento ereditato dal 2013 (-0,1% contro il +0,1% atteso allora) e del "sorprendente" calo nel primo trimestre (-0,1% contro il +0,3% previsto) che hanno portato la variazione acquisita a -0,2%. Il nuovo profilo disegnato dal centro Studi Confindustria indica

538em;">comunque il ritorno a variazioni positive già dal secondo trimestre.

"Serve una forte scossa"

"L’Italia cammina sul filo del rasoio: molti tasselli del rilancio devono ancora essere incastonati al posto giusto e i rischi vanno sempre tenuti in alta considerazione. La salute del Paese resta fragile e la malattia della lenta crescita non è stata debellata; il paziente resta debole e fatica a reagire alle cure". Uno stato dunque che "pur in presenza di miglioramenti evidenti in alcune aree del Paese", sembra lontano dalla piena guarigione. "Sono in atto emorragie del capitale umano e perdita di opportunità di business", avverte ancora viale dell’Astronomia per la quale ora è più che mai necessario "ripartire dagli investimenti, ridurre e semplificare la tassazione sul reddito di impresa per fare impresa,
sbloccando il credito e sfruttando appieno gli importanti fondi della precedente e attuale programmazione europea".
E in tutto questo "il tempo è una variabile decisiva". Come, d’altra parte, anche il ruolo che potrà giocare il governo: "L’aspettativa è di un energico impulso impresso dal Governo per ottenere presto significativi cambamenti", dice ancora il Csc riconoscendo che "la turbolenza del quadro politico, pur restando un freno, in questa fase si sia molto attenuata" per l’aspettativa crescente nel Paese di importanti riforme. Serve dunque, ammonisce ancora il Csc, "una scossa politica-economica molto forte" per riportare l’Italia su un più alto sentiero di sviluppo. Dopo la "falsa partenza" del 2013, infatti, il recupero, che sembrerebbe profilarsi nella seconda metà dell’anno in corso, potrebbe sfruttare, per viale dell’Astronomia, gli ulteriori progressi nel contesto politico internazionale; l’afflusso di capitali che allenta le tensioni nei mercati finanziari; le nuove misure della Bce e l’attenuazione del credit crunch. Resta, comunque, nelle previsioni di Confindustria, nonostante i dati siano stati tutti rivisti in peggio, la volontà di mantenere un "cauto ottimismo" per il futuro anche perché non sono stati "scontati", dicono, gli effetti "sicuramente positivi delle riforme varate" e del rimbalzo economico dell’Expo.

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