Economia

Confindustria sceglie la sua «troika» via alla corsa al vertice

Nominati i saggi, a fine marzo il nuovo presidente. Rocca: «Un uomo del manifatturiero»

Camilla ContiEntra nel vivo la liturgia confindustriale per la nomina del successore di Giorgio Squinzi al vertice di viale dell'Astronomia. Ieri il Consiglio generale ha infatti nominato i tre saggi cui verranno avanzate le candidature degli aspiranti presidenti nei prossimi quindici giorni: sono il marchigiano Adolfo Guzzini, patron del gruppo Guzzini; Giorgio Marsiaj, imprenditore torinese dell'automotive e Luca Moschini, titolare dell'azienda Laminazione sottile di Caserta. Con le nuove regole della riforma varata l'anno scorso dall'associazione degli industriali, è stato notevolmente ridimensionato il ruolo politico dei saggi che dunque sono meno manovrabili. In passato la loro influenza era maggiore, oggi si limitano a una funzione di ascolto, prima venivano nominati e ora invece sono sorteggiati. Non solo. Se il candidato ha già in tasca almeno il 20% del consenso può saltare l'iter del passaggio davanti alla triade. Con la nomina di ieri inizia dunque ufficialmente la corsa all'elezione del nuovo presidente con una tabella di marcia serratissima: i tre saggi si insedieranno entro il 4 febbraio per poi ricevere nelle due settimane successive le eventuali autocandidature. Dal 19 febbraio ci saranno invece quattro settimane per ascoltare i soci e buttare giù una relazione con la rosa dei papabili. Il 17 marzo ci sarà un consiglio straordinario per esaminarne i programmi e poi il 31 marzo lo stesso consiglio generale designerà il presidente mentre il 28 aprile si voterà la sua squadra, con le rispettive deleghe. Infine, il 25 maggio il successore di Squinzi verrà incoronato fino al 2020 dall'assemblea dei soci.Al momento in pista, ci sono diversi imprenditori ma il rischio, dato che chi si candida dovrà dimostrare di avere almeno il 20% dei voti assembleari, è quello di una frammentazione dei consensi ed è per questo che, negli ultimi giorni, si stanno intensificando gli incontri su eventuali alleanze. I candidati usciti ufficialmente allo scoperto restano Alberto Vacchi, numero uno degli industriali bolognesi e alla guida dell'Ima, e Aurelio Regina, ex presidente di Unindustria e Confindustria Lazio. Si attendono le mosse del metalmeccanico Marco Bonometti, presidente degli industriali bresciani (ha detto che si esprimerà martedì prossimo), del salernitano Vincenzo Boccia, già presidente della Piccola industria di Confindustria, e di Fabio Storchi, numero uno di Federmeccanica, invitato a candidarsi dalla sua federazione. Il 4 febbraio la Piccola industria, in occasione del Consiglio nazionale, potrebbe indicare il proprio candidato. Intanto il numero uno di Assolombarda, Gianfelice Rocca, ieri ha espresso «l'idea che il nuovo presidente venga dal manifatturiero».

Cauto anche il past president Luca Cordero di Montezemolo: «Da questa partita resto cinque metri indietro».

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