Economia

Consumatori pessimisti. Le tredicesime crescono ​ma resteranno in banca

La denuncia di Confcommercio

Consumatori pessimisti. Le tredicesime crescono ​ma resteranno in banca

Sarà un altro Natale a luminarie semi-spente, l'ennesimo film-panettone in bianco e nero prodotto dalla crisi. Sobrio: come piacerebbe a Mario Monti, l'uomo che ha insegnato a tutti noi come si è costretti a vivere in tempi d'austerity. E anche dopo. Talmente bravo, il professore, che abbiamo così bene imparato la lezione da aver inserito la cautela nel nostro Dna da homo oeconomicus. Più guardinghi di un cane che attraversa la tangenziale. Confcommercio ci racconta infatti che quest'anno le nostre tredicesime saranno più ricche di oltre un miliardo di euro rispetto al 2016. Ottimo: trattasi della bellezza di 33,7 miliardi che finiranno nelle tasche degli italiani, la cifra più alta dell'ultimo decennio. Eppure, non scatterà nessun impulso compulsivo a dilapidare il tesoretto in uno shopping frenetico. Prevarrà la tendenza all'accumulazione: 7,7 miliardi saranno messi da parte. Una sorta di risparmio forzoso. Non sia mai che questa ripresina, gonfiata dall'ossigeno finanziario della Bce, si sgonfi non appena Mario Draghi staccherà la spina. Altri, invece, saranno alle prese con tasse varie destinate a portarsi via 5,7 miliardi. Il fisco è come il denaro: non dorme mai. Neanche sotto le feste.

Tra una gabella da saldare, le bollette da pagare e magari una rata del mutuo giunta a scadenza, poco rimane alla fine per balocchi e profumi: ogni italiano spenderà in media 166 euro, importo invariato dallo scorso anno. Ma è il confronto con il 2009, anno in cui la Grande crisi cominciava ad allungare i tentacoli sul mondo, a darci la misura di come tutte le tossine accumulate non siano state smaltite: otto anni fa si spendeva il 30,8% in più, e il 91% delle famiglie (contro l'86,1% attuale) comprava doni. E che qualcosa non gira ce lo rivela pure quel 57,7% di connazionali convinti che la crisi non è finita; e magari anche quel 53,3% secondo cui i regali non rappresentano una spesa piacevole da fare. Scrooge del terzo millennio, cultori dell'avidità perfino sotto l'albero? O, più semplicemente, gente che vede nei pacchi infiocchettati un attentato a un bilancio domestico difficile da far quadrare?
La verità è che molti italiani già guardano al 2018. E fan di conto, sulla base di un reddito medio di 18.610 euro che sarà di 2.130 euro inferiore al 2007, malgrado i 700 euro recuperati in 4 anni. Ancora non basta: manca la fiducia. Che per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, si può irrobustire in un solo modo: «dando prospettive certe di riduzione delle tasse».

Sarebbe un bel regalo di Natale.

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