Economia

Ora il contante dalla Svizzera torna in Italia

La crisi e le voci su un possibile accordo anti-evasori con la Confederazione spingono sempre più persone a rientrare in Italia con ingenti somme in contanti

Ora il contante dalla Svizzera torna in Italia

Se ce lo avessero detto solo qualche anno fa non ci avrebbe creduto nessuno. Il flusso di denaro italiano esportato illegalmente verso la Svizzera ha cambiato strada e sta rapidamente tornando verso il Belpaese. Come racconta il Corriere della Sera, alla dogana di Como Monte Olimpino - una delle più trafficate tra quelle che regolano il flusso di viaggiatori fra il nostro Paese e la Confederazione Elvetica - sono sempre più frequenti gli episodi di italiani scoperti con ingenti somme di denaro contante che tentavano di riportare in Italia illegalmente.

Dall'anziana signora ottantenne con sessantamila franchi svizzeri in borsetta, all'imprenditore veneto che viaggiava in Jaguar con 61.500 euro cuciti nella fodera della giacca, i finanzieri di stanza al confine hanno dovuto fare gli straordinari. Tra i fermati anche il campione di poker Filippo Candio, beccato mentre trasportava cinquantamila dollari in una busta: ai militari ha raccontato di averli vinti al gioco, ma non è stato creduto. E ancora passeggeri sorpresi sul treno con cifre a quattro zeri nelle mutande, e titoli azionari nascosti nelle valigette ventiquattrore più insospettabili.

Raramente si tratta di cifre superiori ai 250mila euro: per quelle di solito si ricorre ai cosiddetti "spalloni", persone esperte nel traffico illegale di valuta che in cambio di una percentuale si prestano a fare da corrieri del contante. La novità è proprio nel percorso del denaro, che prende la strada del Belpaese sempre più di frequenza. I motivi? Probabilmente la crisi economica - si tratta infatti di "piccoli" risparmiatori, in paragone alle cifre normalmente depositate dagli stranieri nelle banche elvetiche - e il timore per le conseguenze di un eventuale accordo con la Svizzera per scoprire gli evasori.

"Il transito di valuta verso la Svizzera non si è esaurito, capita però che gli importi si siano fatti più piccoli; e sioprattutto, in tempi di crisi c'è chi tenta di riportare a casa del denaro. Ma a conti fatti i flussi in entrata e in uscita si equivalgono", spiega al Corriere il colonnello Marco Pelliccia, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Como.

Ora però anche la Svizzera - dove pure si stima che ci siano ancora dai 160 ai 180 miliardi depositati da cittadini stranieri - si sta muovendo in direzione di una maggiore trasparenza finanziaria.

Molti istituti di credito non accettano più denaro che non sia stato dichiarato al fisco del paese di provenienza, e nella confusione c'è chi nella frenesia "dimentica" di dichiarare i propri spostamento con il contante.

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