Economia

Così la filiera Italia vince nel mondo

La mossa di Maire Tecnimont per fare da volano al settore

Cinzia Meoni

Maire Tecnimont guarda al futuro e si presenta come «capofiliera» per fornitori e partner di fronte a 120 capi azienda che hanno risposto all'invito a partecipare al primo incontro di rete, «Seenergy», organizzato giovedì nella sede milanese del gruppo, a due passi dal bosco verticale.

Quello della filiera è infatti un modello essenziale per una grande azienda che affonda le sue radici nell'ingegneria per l'industria petrolchimica e guarda a un presidio sempre più importante nell'ambito della chimica verde e delle energie rinnovabili. Il successo nella progettazione e realizzazione di grandi impianti industriali passa anche dalle capacità di coordinamento della filiera, oltre che dalle relazioni con i fornitori. L'evoluzione verso un modello di business a filiera che, secondo Maire, si traduce in «compartecipazione alle sfide», diventa ancora più centrale, nell'industria energetica, in un'ottica di sviluppo sostenibile.

«Mi aspetto che quest'incontro possa garantire un rafforzamento delle relazioni con i nostri partner, che ci porti, sempre di più, ad essere ritenuti gli interlocutori di riferimento», spiega l'ad di Maire Tecnimont, Pierroberto Folgiero. «L'idea a cui ci siamo ispirati è quella del download e upload», aggiunge Fabrizio Di Amato, presidente e socio di controllo (54,8%) del gruppo: «Vogliamo condividere la nostra visione e gli obiettivi con i partner e, a nostra volta, ricevere riscontri per continuare nel percorso di sviluppo forti del solido rapporto con i supplier e i contractor».

L'obiettivo di Maire, presente in 30 Paesi al mondo, è promuovere un approccio «più proattivo» con i partner e dedicare energie comuni per individuare risparmi di costo e di tempo. Ecco perché Maire fa leva sul coinvolgimento sin dalla fase iniziale dei partner, su un approccio competitivo sul fronte dei costi, sulla condivisione dei rischi e sulla esecuzione impeccabile. In quest'ottica diventa centrale la funzione del procurement, guidata in Maire da Paolo Mondo, ovvero degli acquisti di materie prime e componenti, ma anche di appalti, servizi e fasi di processo: si tratta infatti di uno degli strumenti più efficaci a disposizione dell'azienda per creare valore e aumentare la propria competitività.

L'approccio classico di interfacciarsi con i fornitori in cui ognuno pensa «al proprio tornaconto di breve non è strategico nè compatibile con dei prezzi di petrolio stabilmente più bassi rispetto al passato», spiegano da Maire. Tra i principali banchi di prova di questo nuovo business model, ci sarà, la maxi-commessa da 4 miliardi circa, appena vinta per il progetto russo Amursk. Anche qui Maire si propone come un trampolino per la filiera della componentistica italiana, sia per chi già conosce il mercato russo sia per chi ha, in questo modo, l'opportunità di esplorarlo per la prima volta, grazie alla rete internazionale del gruppo.

«Quello in cui si muove Maire è un mondo in profondo cambiamento», nota Roberto Nava di Bain & Company: le capacità richieste sono sempre più ampie «dal design, al procurement, alla costruzione, finanziamento, mantenimento e consulenza specializzata». O, come ha detto alla platea Luca Cordero di Montezemolo: «Si tratta di vincere insieme, come una squadra di Formula 1.

Un obiettivo che si raggiunge grazie allo spirito di squadra ancor prima che con l'innovazione e la chiarezza di obiettivi comuni».

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